È un coro di ‘no’, nel mondo associativo, alla legge sulle unioni civili, approvata ieri sera alla Camera dei Deputati. A partire dal Forum delle Associazioni Familiari, il cui presidente nazionale, Gianluigi De Palo, ha parlato di un “provvedimento ideologico”, dimostrato dal fatto che “sia stato votato con la fiducia sia al Senato che alla Camera e che in questi mesi abbia spaccato il Paese invece che unirlo”.
Secondo De Palo, “è il colmo vedere tanta determinazione per una legge che riguarda poche migliaia di persone e, al contrario, tanta pigrizia sulle richieste legittime delle famiglie italiane costrette ad emigrare per sopravvivere”.
La vera problema del paese per il Forum – contrario “fin dall’inizio” alla legge – sono i “milioni di famiglie che incontriamo ogni giorno e che non solo faticano ad arrivare alla fine del mese, ma che in Italia hanno smesso di credere nel futuro”.
De Palo si appella quindi al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché “sollevando dubbi di costituzionalità, chieda alle Camere un più attento riesame dell’intera legge”, che, equiparando le unioni civili al matrimonio, viola l’art. 29 della nostra Costituzione.
“Il Forum – conclude De Palo – festeggerà quando le famiglie italiane vedranno riconosciuto il proprio diritto di vivere (e non sopravvivere) in questo Paese”.
Sulla mancanza di qualunque tutela dell’obiezione di coscienza per i sindaci o i funzionari comunali, si è soffermato invece Marco Ronco, presidente del Centro Studi Livatino, con particolare riferimento al comma 28, contenente una delega al Governo perché riveda la materia delle iscrizioni e delle trascrizioni nei registri dello stato civile adeguandoli alle disposizioni della nuova legge.
“Il termine ‘trascrizioni’ rinvia ai matrimoni contratti all’estero da una coppia same sex”, denuncia il prof. Ronco, sollevando, poi il seguente dilemma: “Che cosa accade al funzionario dell’anagrafe che, aderendo in coscienza al dato di natura richiamato dall’articolo 29 Cost., chiede di essere sollevato dal rito di costituzione ovvero dalla trascrizione delle nozze contratte all’estero? Il dipendente comunale sa che da quella dichiarazione formalizzata davanti a lui deriva un regime giuridico sostanzialmente matrimoniale: può astenersi dal riceverla, proprio perché essa ha carattere “costitutivo”, e alla sua formazione egli dà un contributo determinante?”.
Dopo aver rammentato i casi di Kim Davis e Lilian Ladele, rispettivamente arrestata negli Usa e licenziata nel Regno Unito, per essersi rifiutate di registrare l’una un matrimonio omosessuale, l’altra un’unione civile, Ronco solleva altri interrogativi: “Che cosa accadrà in Italia? Si avvierà un procedimento penale per rifiuto di atti di ufficio? Si perderà il posto di lavoro? Saranno ammesse azioni risarcitorie contro privati per il rifiuto di assumere obblighi di diritto civile implicanti il riconoscimento di unioni same sex? Che fine farà il docente che spiega agli alunni che il matrimonio è quello fra un uomo e una donna?”.
Per Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, è stata approvata una legge che “pur non citando le parole matrimonio e famiglia, apre di fatto al matrimonio tra persone dello stesso sesso”.
Se da un lato, i diritti individuali sono “già tutelati”, le unioni civili permetteranno, sia pure con l’ausilio di sentenze della magistratura, l’acquisizione di “diritti tipici del matrimonio, tra cui la possibilità di adottare figli”, sottolinea Ramonda.
“Aver blindato il testo con il ricorso alla fiducia – prosegue il responsabile della Comunità – ha impedito che potessero essere portate delle migliorie a tutela dei più deboli, come ad esempio il divieto esplicito del ricorso all’utero in affitto anche in Paesi dove questo è permesso”.
In conclusione, Ramonda auspica che “Governo e Parlamento dedichino soprattutto attenzione ad affrontare con urgenza le difficoltà in cui versano le famiglie, sostenendo la natalità, la cura di anziani e disabili, le politiche abitative, il lavoro compatibile con la cura dei figli, perché è qui che si gioca il futuro della società”.
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Unioni civili: il dilemma dell’obiezione di coscienza
Il Centro Studi Livatino solleva il problema della tutela dei funzionari contrari. Per il Forum Famiglie è un “provvedimento ideologico”. La Comunità Papa Giovanni XXIII lamenta la mancata proibizione esplicita della maternità surrogata