Oltre 1700 le imprese italiane con Rating di Legalità

Il riconoscimento dell’Antitrust alle aziende virtuose

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È stato pubblicato da pochi giorni sul sito dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) l’elenco delle imprese che hanno sinora ottenuto il Rating di Legalità (RdL) che viene attribuito dall’Antitrust sulla base della legge approvata a fine 2012 dal Parlamento ed entrata in vigore nel 2013 con il Regolamento dell’AGCM.
Quali sono i criteri sottostanti la richiesta delle imprese operanti in Italia per il RdL? Prima di tutto devono essere iscritte da almeno due anni al registro delle imprese e poi devono aver raggiunto un fatturato di almeno due milioni di euro nell’anno precedente alla richiesta del Rating.
L’Antitrust, come rating, assegna una, due o tre “stellette” sulla base di verifiche effettuate partendo dalle dichiarazioni dell’azienda ed incrociandole con le informazioni disponibili presso le Pubbliche Amministrazioni.
Per l’attribuzione della singola stelletta (punteggio minimo), l’azienda deve dichiarare che l’imprenditore (ed altri soggetti rilevanti nell’impresa) non è stato destinatario di misure di prevenzione e/o cautelari, sentenze/decreti penali di condanna, sentenze di patteggiamento per reati tributari. Per i reati di mafia, invece, non devono essere neanche state iniziate azioni penali e l’impresa non deve essere destinataria di comunicazioni o informazioni antimafia di interdizione in corso di validità.
Inoltre, sempre nel biennio precedente la richiesta del RdL, l’impresa non deve essere stata condannata per illeciti antitrust gravi o per violazioni del codice del consumo, per mancato rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi.
Importante, infine, è la dichiarazione dell’impresa di effettuare pagamenti e transazioni finanziarie di ammontare superiore alla soglia di mille euro esclusivamente con strumenti di pagamento tracciabili.
Vi sono, poi, un’altra serie di regole e requisiti per raggiungere le due o tre “stellette”. Si segnalano l’utilizzo di sistemi di tracciabilità dei pagamenti anche per importi inferiori rispetto a quelli fissati dalla legge; l’adozione di processi per garantire forme di Corporate Social Responsibility o l’aver aderito a codici etici di autoregolamentazione adottati dalle associazioni di categoria.
Il RdL ha due anni di validità, si rinnova su richiesta ma può essere anche revocato in caso di perdita di uno dei requisiti per ottenere una “stelletta”.
Sempre di più le aziende richiedono il RdL arrivando ad aprile 2016, quindi in quasi tre anni e mezzo, ad oltre 2800 richieste, poiché è visto come uno strumento “reputazionale” con benefici sull’attività economica e finanziaria.
Delle 1747 imprese con RdL ad aprile 2016 [2], il 56% sono localizzate in sole quattro regioni: Circa trecento in Emilia Romagna e Lombardia, circa duecento operano in Veneto e in Puglia.
Sono 89 le aziende con il RdL massimo, cioè “tre stellette” (pari al 5,1% sul totale nazionale) di cui 21 a Roma (il 22% delle imprese romane con RdL) e 9 a Milano (il 13% delle imprese milanesi con RdL).
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NOTE
[1] La regolamentazione completa è disponibile sul sito www.agcm.it.
[2] L’elaborazione delle informazioni è stata effettuata sulla base del file excel presente sul sito dell’Antitrust il 9/5/2015 alle ore 11.
 
 

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Antonio D'Angiò

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