Marcia per la Vita

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Nel deserto demografico italiano, la speranza di chi "Marcia per la Vita"

Si è svolto stamattina a Roma il consueto appuntamento pro-vita italiano. Al termine del Regina Coeli il saluto ai partecipanti di Papa Francesco

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Il lungo corteo festante e colorato della Marcia per la Vita ha attraversato anche quest’anno le strade del centro storico di Roma. Lontano dai riflettori dei media di massa e al di là dei venti ideologici che attraversano la società, c’è un popolo che mantiene la costanza di testimoniare pubblicamente il proprio sostegno alla vita in tutte le sue fasi e il netto rifiuto di leggi che legalizzano aborto ed eutanasia.
Luogo di partenza di questa VI edizione della Marcia, è stato il piazzale adiacente la celebre Bocca della Verità. Da un palco allestito per l’occasione, si sono alternate una serie di testimonianze di donne e uomini che hanno vissuto sulla propria pelle, in misura diversa, il dramma di un’interruzione di gravidanza o la gioia di una nascita malgrado il parere contrario dei medici.
Un drappello di genitori intenti a sospingere passeggini ha poi aperto il corteo (composto da 30mila persone, secondo gli organizzatori). Presenti, come al solito, numerosi religiosi di ogni ordine e grado e diverse associazioni impegnate nel sociale. Tra loro la Comunità Papa Giovanni XXIII, che chiede una moratoria sull’aborto. Rumoroso lo spezzone dell’Istituto del Verbo Incarnato, dove tanti giovani – laici, sacerdoti e suore – si sono divertiti intonando cori a gran voce e suonando una grancassa.
Non meno vivace la rappresentanza polacca. Persone provenienti dal Paese di San Giovanni Paolo II sorreggevano un enorme drappo con i colori della bandiera della Polonia. Ad ingrossare le fila degli stranieri, anche gruppi di francesi, tedeschi, spagnoli, rumeni, cileni, lituani e svedesi con rispettive bandiere. Più degli altri, tuttavia, i partecipanti provenienti dalla Polonia, dove è in discussione un disegno di legge per mettere al bando l’aborto senza eccezioni.
Attenzione è stata rivolta anche verso un ddl italiano. La Marcia per la Vita ha fatto un’incursione ideale alla Camera dei Deputati, dove nella settimana entrante dovrà essere votato il testo sulle unioni civili. Tanti i cartelli di critica all’indirizzo della relatrice Monica Cirinnà. Segno del fatto che la difesa della vita coincide con la difesa della famiglia naturale.
Meno folta rispetto agli altri anni la schiera dei politici. Immancabile Alfredo Iorio, candidato a sindaco di Roma (Movimento Sociale), con i molti militanti del Popolo della Vita. Presente anche un altro candidato per la poltrona più alta del Campidoglio, Mario Adinolfi (Popolo della Famiglia), oltre a Federico Iadicicco (Fratelli d’Italia) e Stefano De Lillo, portavoce di Roma Popolare. Quest’ultimo ha sottolineato la necessità di un impegno per ostacolare l’abbandono dei neonati, pubblicizzando l’esistenza delle cosiddette culle per la vita.
Giunti poco prima delle 12 in piazza San Pietro, i partecipanti alla Marcia per la Vita hanno ricevuto un saluto da parte di Papa Francesco al termine del Regina Coeli.
La Marcia vuole sollevare il problema dell’aborto, che dall’approvazione della legge 194, nel 1978, ha interrotto circa 5 milioni e 700mila gravidanze in Italia (quasi 100mila nel 2014, ultimo anno di cui il Ministero della Salute ha i dati). Un numero enorme, reso ancora più impressionante dinanzi alla grave crisi demografica che subisce il nostro Paese. I nati nel 2015 sono stati 488mila, nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia, ben al di sotto della soglia minima per garantire la sopravvivenza del popolo.

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Federico Cenci

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