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La gratitudine dei piccoli

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio | Santa Caterina da Siena — Mt 11,25-30

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Lettura
In questa festa di santa Caterina da Siena, Patrona d’Italia, la liturgia propone alla nostra meditazione il meraviglioso inno di lode che Gesù innalza al Padre per aver manifestato ai piccoli il Regno dei Cieli. Gesù rivela ai semplici, agli umili, a chi ha il cuore aperto all’ascolto della Parola senza precomprensioni, la sua più profonda identità e il segreto del rapporto intimo di comunione che lo lega al Padre nello Spirito Santo. Un mistero che rimane nascosto, inaccessibile, oscuro a chi confida solo nell’intelligenza del mondo, nella sapienza che governa questa terra.
Meditazione
Il Vangelo di oggi associa alla figura della grande mistica Caterina da Siena la piccolezza spirituale dei discepoli, e ci consegna il giubilo di Gesù che esalta la bontà del Padre per aver rivelato proprio ai piccoli i misteri insondabili del suo amore eterno. Questi piccoli, in ebraico anawim, sono coloro che vivono una relazione di sottomissione, che subiscono la prepotenza da parte di un padrone, o di un despota. Per la bibbia, questa condizione rappresenta il motivo della vera povertà; per questa ragione, i piccoli possono presentarsi al cospetto di Dio con piena fiducia. Gesù si rivolge al Padre chiamandolo Abbà, cioè papà, e ci insegna la via della confidenza filiale dalla quale spesso la nostra paura ci fa diffidare. «Nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo»: l’eterno circolo dell’amore trinitario è rivelato da queste parole intrise d’intimità profonda. Una familiarità che introduce nella piena comunione esistenziale. La piccolezza interiore è la condizione privilegiata per un ascolto docile ed accogliente nei confronti di Cristo, Sapienza incarnata di Dio. Il superbo, invece, accecato dalla propria autosufficienza e dal dominio intellettuale che essa gli procura, non è capace di porsi in ascolto, di farsi discepolo, per essere trasformato dall’amore. Il Figlio sollecita i credenti a non lasciarsi sopraffare dalle fatiche quotidiane, ma a diventare portatori del suo giogo leggero: «Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita». Un peso soave come ogni impegno assunto per amore, con l’umiltà di cuore che il Maestro insegna. Il giogo si porta in due: lui con noi!
Preghiera
Gesù, mite ed umile di cuore, trasforma la mia vita a tua immagine affinché io viva la stessa intimità che tu hai con il Padre e, nello Spirito Santo, io assuma con semplicità di cuore il giogo dei pesi della vita, accogliendo ogni giornata come un dono della tua infinita bontà e misericordia.
Agire
Oggi, mi unirò al ringraziamento di Gesù al Padre e mi impegnerò affinché la gioia sperimentata dal Figlio si manifesti nel mio sguardo, nei miei gesti, nelle mie parole.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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