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Un pane che sazia

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 6,22-29

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Lettura
Inizia oggi la lettura continua del Discorso del Pane di Vita che occuperà l’intera settimana corrente. Nel brano odierno la folla, ormai saziata, insegue Gesù e lo trova sull’altra riva del lago. Ma si tratta di una ricerca strumentale, che Gesù smaschera con parole molto dure. Le esigenze del regno dei Cieli non appartengono alla logica del profitto, ma esigono un salto verso un livello di comprensione spirituale più elevato e profondo. Darsi da fare «per il cibo che rimane per la vita eterna» è compito quotidiano del cristiano.
Meditazione
L’ascolto del Vangelo esige una conversione continua e per nulla scontata, allora come adesso. L’incomprensione nella gente che lo circonda non distoglie Gesù dall’affermare la forza delle esigenze per il Regno, a costo di restare sempre più solo. Il Vangelo non può suscitare scelte parziali o accomodanti: inizialmente affascina tutti, esercita un interesse universale accattivante e pieno di attrazione, ma poi genera l’urgenza di scelte coerenti e radicali che non possono piegarsi al compromesso e al disimpegno personale. La folla ha ricevuto da Gesù il dono di un pane inatteso: vede un miracolo, ma non comprende il segno che esso nasconde. Si ferma alla sazietà che ha sperimentato dopo la fame, ma è priva degli strumenti per comprenderne il significato profondo, il valore di quel pane dato per la vita eterna. Solo la Parola, solo Gesù stesso, può disvelare il segno, può orientarci al Trascendente, alla dimensione mistica che estende e completa la nostra esistenza fragile. Per la folla, Gesù è un nuovo Mosè che ripete il miracolo della manna nel deserto, pane che piove dal cielo e che nutre il popolo in fuga dall’Egitto verso la libertà. «Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà». “Darsi da fare” significa lavorare a tempo pieno, impegnare ogni energia interiore ed esteriore per imparare ad alimentarsi di un cibo diverso, in vista di un’altra Vita. L’alimento perenne è Dio stesso venuto a prendere la nostra carne in Gesù trasformandola in cibo “senza scadenza”! Gesù spalanca alle folle, e a tutti noi, un orizzonte nuovo, quello della sua vita donata per la salvezza di ogni creatura: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Preghiera
Dio Padre buono, accresci in me la fede nel Figlio tuo che hai mandato per nutrirmi di lui, cibo che rimane per la vita eterna e che spalanca alla mia esistenza gli orizzonti della perennità. Il mio cuore si impegni nelle cose che passano, ma sia sempre proteso verso quelle che rimangono per sempre.
Agire
Vivendo alla presenza di Dio Padre, cerco di distinguere il miracolo dal segno che avviene anche oggi nella mia vita, e mi esercito a credere in Colui che ha mandato.
Meditazione del giorno a cura di monsignor Francesco Giovanni Brugnaro, Arcivescovo di Camerino – San Severino Marche, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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