Nella sua rubrica settimanale di liturgia, padre Edward McNamara LC, professore di Liturgia e Decano di Teologia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, risponde oggi alla domanda di un lettore italiano.
Quando le ostie consacrate vengono riposte nel tabernacolo alla fine della Santa Messa , si richiede al popolo di mettersi in piedi; mi chiedo perché se mi sono appena comunicato? — T.Z., Milano
Ci sono giunte varie domande dall’Italia circa tale questione. Alcune delle domande menzionavano una solenne processione dall’altare al tabernacolo durante la quale il ciborio viene trasportato con un velo omerale e accompagnato da due candele. Le motivazioni date erano, tra le altre, educare il fedele alla sacralità dell’Eucaristia e al rispetto dovuto alla reale presenza di Nostro Signore.
Pur trattandosi di obiettivi lodevoli, cosa che condivido indubbiamente, non credo però che sia questa la maniera o il momento più appropriato per farlo.
L’Ordinamento Generale del Messale Romano (OGMR) non fa alcuna menzione di una simile processione. Per esempio, quando parla di una Messa con un solo sacerdote, il punto n.163 stabilisce:
“163. Terminata la distribuzione della Comunione, il sacerdote all’altare consuma subito e totalmente il vino consacrato rimasto; invece le ostie consacrate, che sono avanzate, o le consuma all’altare o le porta al luogo destinato alla conservazione dell’Eucaristia. Il sacerdote, ritornato all’altare, raccoglie i frammenti, se ce ne fossero; poi, stando all’altare o alla credenza, purifica la patena o la pisside sopra il calice, purifica poi il calice dicendo sottovoce: Il sacramento ricevuto, e lo asterge con il purificatoio. Se i vasi sacri sono stati astersi all’altare, il ministro li porta alla credenza. I vasi sacri da purificare, soprattutto se fossero molti, si possono anche lasciare, opportunamente ricoperti, sull’altare o alla credenza, sopra il corporale; la purificazione si compie subito dopo la Messa, una volta congedato il popolo.”
Se è presente un diacono, sarà lui a portare le ostie al tabernacolo (OGMR, n.183). Durante una concelebrazione, qualora non ci fosse un diacono, sarà un concelebrante ad occuparsi di questo compito.
Di conseguenza, dal momento che il sacerdote o diacono porta le ostie rimanenti al tabernacolo prima della purificazione, penso che sia abbastanza chiaro che questo viene considerato un atto pratico da svolgersi con tutta la dovuta riverenza, ma senza alcuna cerimonia particolare. Questo momento di ringraziamento dopo la comunione non mi sembra essere il momento appropriato per qualsiasi cosa che richiami una processione eucaristica.
Per quanto riguarda la postura delle persone dopo la comunione, l’OGMR dice al punto n. 43:
“I fedeli […], qualora le circostanze lo permettano, […] si siedano o inginocchino durante il sacro silenzio dopo la Comunione.”
In alcune località i sacerdoti, e persino i vescovi, interpretavano il n. 43 dell’OGMR come se prescrivesse ai fedeli di rimanere in piedi fino a che non fosse terminato il canto della comunione o fino a quando tutti avessero ricevuto la Comunione. La Santa Sede ha affrontato questa materia in un responso a un dubbio pubblicato nel 2003 (Notitiae 39 [2003] 533). Il testo dice:
“In molti luoghi i fedeli sono abituati a rimanere in ginocchio in preghiera privata o a sedersi dopo essere tornati al proprio posto una volta aver ricevuto individualmente la santa Eucaristia durante la Messa. Le disposizioni della Terza edizione tipica del Messale Romano vietano questa pratica?
“R. Negativo, e con una razionale. La razionale è che stando alle prescrizioni del punto n. 43 dell’OGMR si intende dare, da un lato, una certa uniformità alla postura della congregazione per le varie parti della celebrazione della Santa Messa, pur entro larghi limiti, e allo stesso tempo, d’altro canto, non regolare la postura tanto rigidamente da impedire a coloro che lo desiderano di restare in ginocchio oppure seduti.”
E’ vero che questo responso non affronta nello specifico l’esatta domanda di questo caso. Vi è tuttavia collegata, e alla luce di questo responso penso che la logica conclusione sia che non è nelle intenzioni delle norme liturgiche universali che al fedele venga chiesto di stare in piedi mentre il sacerdote o diacono porta l’Eucaristia nel tabernacolo dopo la distribuzione della Comunione.
[Traduzione dall’inglese a cura di Maria Irene De Maeyer]
***
I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.