Il Centrafrica al tanto agognato voto. Domani si svolgeranno le elezioni presidenziali e legislative, già previste il 18 ottobre e poi il 27 dicembre. Contrariamente a quanto avvenuto in ottobre, quando le consultazioni sono state rimandate a causa dei gravi scontri, stavolta il ritardo si deve a semplici problemi tecnici, ovvero il mancato recapito del materiale per allestire i seggi in tutte le circoscrizioni.
“Per ora la situazione sembra tranquilla, vedremo cosa accadrà durante la notte e la giornata di domani”, racconta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre padre Federico Trinchero, missionario carmelitano del Carmelo di Bangui.
A destare preoccupazione è soprattutto quanto accaduto il 13 dicembre scorso, durante il referendum costituzionale. “Più che scontri sembravano azioni di disturbo – spiega il religioso – ed è stato l’unico episodio drammatico avvenuto dalla visita del Papa ad oggi. Da allora non abbiamo più sentito il rumore degli spari”.
I centrafricani si preparano a scegliere tra circa 30 candidati, un numero certamente eccessivo, ma di certo inferiore ai 70 previsti ad ottobre. “Al momento non sembra esservi un candidato in vantaggio sugli altri – sottolinea il missionario -. La popolazione ha una grande voglia di cambiamento, ma è ormai fortemente disillusa. Molti degli aspiranti sono compromessi con il passato e anziché promuovere un ideale si limitano alla demagogia e al populismo”.
Padre Trinchero ripone le speranze del paese nei giovani, che rappresentano più della metà della popolazione. “C’è una generazione di ragazzi che è stanca dell’attuale modo di governare e che guarda ai passi in avanti compiuti da altre nazioni africane in termini di democrazia e di diritti. Forse non emergerà in questa tornata elettorale, ma sono convinto che accadrà presto”.
Nonostante le incertezze e le difficoltà, il Centrafrica continua a “godersi la grazia” della visita di Papa Francesco e gli indiscutibili benefici che questa ha portato con sé. “I centrafricani sono davvero orgogliosi. Da essere gli ultimi della classe siamo diventati capitale spirituale del mondo e le immagini dell’apertura della porta santa nella cattedrale di Bangui sono state trasmesse da tutti i media internazionali. Ma il frutto più importante di tutti è stato un radicale cambiamento. Finalmente vi è un atmosfera serena”.
Nella capitale e nelle aree circostanti il clima è disteso, anche nell’ormai famoso quartiere kilomètre 5 cui nei giorni scorsi ha fatto visita l’arcivescovo della città, monsignor Dieudonné Nzapalainga. “Pochi giorni fa ho visitato anche io il Km5 per la prima volta da mesi e devo dire che il cambiamento era evidente – ha detto padre Trinchero -. Tanto quanto la distruzione provocata dai violenti scontri di settembre e ottobre, che hanno distrutto numerose abitazioni e costretto in tanti a fuggire”.
A causa delle violenze dei mesi scorsi i rifugiati del Carmelo di Bangui sono aumentati da 2mila a 5mila. Ma grazie al clima più disteso hanno potuto trascorrere il “primo Natale senza spari”. “Per la prima volta abbiamo celebrato la messa alle 7 di sera e in tutta serenità. Un altro dono della visita di Papa Francesco”, ha poi concluso il carmelitano.