Quando gli ha comunicato la notizia della convocazione del Giubileo della Misericordia, monsignor Angelo Becciu ha letto negli occhi di papa Francesco “tanta gioia, tanta gioia perché era ed è consapevole di offrire al mondo una possibilità unica: quella cioè di sperimentare la Misericordia di Dio”.
In un’intervista alla Radio Vaticana, il Sostituto della Segreteria di Stato, ha espresso il proprio punto di vista sull’Anno Santo, sottolineando che la decisione di aprire “varie porte Sante” indica da parte del Pontefice “il desiderio di porgere a tutti – a tutti! – la possibilità di usufruire dei benefici che l’Anno Santo deve portare”.
Secondo il presule, il Santo Padre “non è preoccupato delle folle oceaniche a Roma, ma è preoccupato che ognuno possa avere il modo e la facilità di sperimentare la bontà, l’amore misericordioso di Dio”.
Commentando altri aspetti del pontificato, Becciu ha affermato che la sinodalità implica il passaggio “dalla mentalità di una Chiesa verticistica a una Chiesa ‘comunionale’, sapendo far convivere l’aspetto gerarchico e l’aspetto di comunione”. Ciò, tuttavia, “non significa oscurare o eliminare il momento dell’autorità, che deve intervenire nel fare la sintesi dei vari contributi”.
Quanto alla riforma della Curia, pur non essendo “l’unica preoccupazione del Papa”, egli vi sta “imprimendo dei ritmi importanti”. Il Pontefice è altresì preoccupato di fenomeni quali la “scristianizzazione”, i “cristiani perseguitati nel mondo intero” ma soprattutto “l’urgenza di diffondere la Parola di Dio”.
La vicenda di Vatileaks, ha proseguito l’arcivescovo, non ha “piegato” il Papa che, al contrario, pur soffrendo molto, ha dato “esempio di serenità, di coraggio” comunicato ai membri della Curia, “la necessità e la volontà di andare avanti, di non lasciarsi condizionare da vicende negative”.
Le “due persone” (mons. Lucio Vallejo Balda e Francesca Immacolata Chaoqui, ndr) che hanno diffuso documenti “sono venute meno alla fiducia del Papa, ma venute meno anche all’impegno, che avevano assunto con giuramento, di tener segrete le carte che avrebbero preso in mano”, ha commentato monsignor Becciu.
Quanto ai “due giornalisti” (Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi), “non si tratta di mettere in discussione il loro diritto di diffondere notizie, ma casomai vi sono dubbi sul metodo, sul modo con cui hanno ricevuto le notizie”.
Parlando ancora del Giubileo, il presule si è detto profondamente colpito dall’immagine dell’apertura della porta santa a Bangui, segno di “predilezione del Papa verso quel popolo, da tanti anni sofferente e vittima di guerre fratricide” e, al tempo stesso, “un grido, un’invocazione verso Dio Padre perché concedesse la pace a questo popolo che ha diritto di vivere in pace e di non essere oggetto di giochi da parte di potenze straniere”.