Icone of Holy Family during the vigilia of pray before the Synod of family

CTV

Custodi della vita e della vocazione dei nostri cari

La festa della “Sacra Famiglia” ci ricorda la particolare “missione” sociale ed ecclesiale, “storica” e soprannaturale, alla quale, giorno dopo giorno, ci lasciamo educare

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Dalla fine del secolo XIX fino alla definitiva ratifica di Benedetto XV, nel 1921, la festa della Sacra Famiglia si estese, per volere dei Pontefici, a tutta la Chiesa, con qualche lieve variante nella sua “collocazione” liturgica. Attualmente, nel Rito Romano, si celebra nella domenica compresa tra Natale e Capodanno o il 30 di dicembre. Nel Rito Ambrosiano ricorre la terza domenica dopo l’Epifania.
Il mistero dell’Incarnazione illumina tutta l’esistenza umana: anche la famiglia, primordiale cellula della società e della Chiesa, eletta dal Verbo come naturale dimora per il suo ingresso nel mondo, riceve finalmente una luce e una “identità” nuove. Nazareth ci parla di un amore condiviso, senza riserve, nel quale l’unico desiderio che prevalga è il progresso di chi ci sta accanto; rivela l’originalità del progetto di Dio, per il quale si capovolgono i criteri del mondo e le logiche del potere e della forza: il più grande, infatti, si fa piccolo, servo, si mette a disposizione degli altri, trova la sua gioia nel favorire il bene dei propri cari.
Di fronte alle aberrazioni del nostro tempo, al devastante e sistematico attacco contro la vita, contro le radici della nostra umanità, contro la famiglia e contro il “buon senso” stesso, occorre più che mai vigilare e reagire positivamente, offrendo il frutto di una amorosa, matura e ben fondata riflessione.
La famiglia è anzitutto il luogo per eccellenza in cui la vita è ricevuta con amore ed è difesa, proprio perché a Nazareth è l’autore stesso della Vita a essere accolto da Maria Santissima e dal suo sposo Giuseppe. Questo particolare carattere determina lo specifico “servizio alla vita” che ogni famiglia è chiamata a compiere: in favore dei figli, fin dal loro apparire nel grembo materno; dei bambini, che ricorrono, con incondizionata fiducia, alla tutela del padre e della madre, come a sicuro rifugio; dei giovani, educati ad affrontare coraggiosamente le difficoltà della esistenza; degli anziani, preziosi testimoni della storia che ci ha preceduti e depositari di un passato e di una “tradizione” che si intrecciano con la nostra quotidianità, motivandola e arricchendola.
La famiglia è, inoltre, il luogo in cui ogni vocazione è affidata alla custodia dei propri cari. Il compito di tutti è quello di essere tutori del cammino degli altri, sia nelle grandi “svolte”, che determinano scelte profonde e decisive per ciascuno, sia nella apparente “normalità” di ogni giorno. Tutti siamo sempre, infatti, “chiamati” a qualcosa di grande, in qualunque età e in qualunque condizione e situazione ci troviamo, e tutti abbiamo il diritto di essere aiutati nel nostro cammino e abbiamo il dovere di sostenere il cammino del nostro prossimo, partendo proprio dal primo “prossimo” che incontriamo, in casa. Siamo i custodi della vocazione di chi ci vive accanto e forse tante ferite e tanti fallimenti, a cui assistiamo purtroppo quotidianamente, rivelano una certa “distrazione” o addirittura il disinteresse totale per il destino – terreno e soprannaturale – di chi dovremmo al contrario amare e soccorrere, sempre e generosamente.
La famiglia è il luogo, dunque, di una particolare “missione” – sociale ed ecclesiale, “storica” e soprannaturale – alla quale, giorno dopo giorno, ci lasciamo educare: educando, a nostra volta, con l’esempio e con la parola, chi è affidato alla nostra cura. Diceva don Oreste Benzi, ai genitori: “Non tradite i vostri figli!”; non deludete, cioè, le loro ampie attese di amore, di concordia, di dialogo, di pace familiare. La più grande ingiustizia, perpetrata nei loro confronti, è proprio quella di rassegnarsi al “trend” odierno, all’individualismo esasperato, al perpetuo conflitto, alla incomunicabilità, con il rischio di non testimoniare più nulla, di non avere più nulla da trasmettere né da insegnare.
Quando Dio vuole operare qualcosa di grande, interpella il Cuore di una Donna, capace di offrire se stessa, senza limiti né riserve, per realizzare in pienezza il progetto del Padre. Nel quadro della Sacra Famiglia, si staglia la figura di Maria Santissima, riferimento costante, dolcissimo e incrollabile, per le nostre case. Lei, Immacolata, Serva per eccellenza, si pone, di epoca in epoca, come luce di speranza e credibile segno di disponibilità evangelica, fermento vivo di fede e inarrestabile fonte di carità. La storia della Chiesa è accompagnata da questa mano materna, che sa, di volta in volta, richiamare al Bene, denunciare le “derive”, indirizzare sulle vie della giustizia e della santità l’umanità smarrita. La famiglia ritrova se stessa solo guardando a Maria e imparando da Lei la lezione – sempre nuova e sempre antica – della carità di Cristo, finalmente immessa, come travolgente Grazia di Cielo, nelle pieghe della più ovvia e “banale” quotidianità.

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Mario Piatti

Padre Mario Piatti, I.C.M.S., è direttore del mensile Maria di Fatima

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