L’Angelus di oggi è stata l’occasione per papa Francesco per salutare le famiglie per l’ultima volta, nell’anno che sta per concludersi. A conclusione della celebrazione eucaristica in occasione della festa della Sacra Famiglia, il Santo Padre ha rievocato il “grande incontro di Filadelfia, nel settembre scorso”, rivolgendo un pensiero alle “tante famiglie incontrate nei viaggi apostolici” e a “quelle di tutto il mondo”.
Il saluto del Papa alle famiglie è stato pieno di “affetto e riconoscenza”, in special modo “in questo nostro tempo, nel quale la famiglia è soggetta a incomprensioni e difficoltà di vario genere che la indeboliscono”.
Soffermandosi nuovamente sul Vangelo odierno, il Pontefice ne ha colto l’invito alle famiglie a “cogliere la luce di speranza proveniente dalla casa di Nazareth, nella quale si è sviluppata nella gioia l’infanzia di Gesù, il quale – dice san Luca – «cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini» (2,52)”.
La Sacra Famiglia di Nazareth, dunque, è “per ogni credente, e specialmente per le famiglie, un’autentica scuola del Vangelo”, in cui possiamo ammirare “il compimento del disegno divino di fare della famiglia una speciale comunità di vita e d’amore”.
È proprio in Gesù, in Maria e in San Giuseppe che “apprendiamo che ogni nucleo familiare cristiano è chiamato ad essere ‘chiesa domestica’, per far risplendere le virtù evangeliche e diventare fermento di bene nella società”.
Francesco ha quindi individuato i “tratti tipici” della Sacra Famiglia nel “raccoglimento e preghiera”, nella “mutua comprensione e rispetto”, nello “spirito di sacrificio”, nel “lavoro” e nella “solidarietà”.
Nella Madonna e in San Giuseppe, le famiglie cristiane possono “trarre indicazioni preziose per lo stile e le scelte di vita” ed “attingere forza e saggezza per il cammino di ogni giorno”; il loro esempio di accoglienza dei “figli come dono di Dio” e della loro educazione è un modo per cooperare “in modo meraviglioso all’opera del Creatore e donando al mondo, in ogni bambino, un nuovo sorriso”.
“È nella famiglia unita – ha proseguito Bergoglio – che i figli portano a maturazione la loro esistenza, vivendo l’esperienza significativa ed efficace dell’amore gratuito, della tenerezza, del rispetto reciproco, della mutua comprensione, del perdono e della gioia”.
Il Papa si è poi soffermato in modo particolare sulla “vera gioia che si sperimenta nella famiglia”, la quale “non è qualcosa di casuale e fortuito” ma è il “frutto dell’armonia profonda tra le persone, che fa gustare la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita”. Alla base della gioia, ha aggiunto, c’è, innanzitutto, “la presenza di Dio, il suo amore accogliente, misericordioso e paziente verso tutti”.
La “porta della famiglia”, ha esortato il Pontefice, va aperta “alla presenza di Dio e al suo amore”, altrimenti “la famiglia perde l’armonia, prevalgono gli individualismi, e si spegne la gioia”.
Se la famiglia “vive la gioia della fede, la comunica spontaneamente” e diventa “sale della terra e luce del mondo”, oltre che “lievito per tutta la società”, ha quindi concluso papa Francesco.