Al termine della messa di Natale delle 11, il cardinale arcivescovo di Milano, Angelo Scola si è recato a fare visita al centro di accoglienza per profughi di via Sammartini n°75, che ospita donne con bambini. Il centro, di proprietà del Comune di Milano, è gestito dalla cooperativa Farsi Prossimo di Caritas Ambrosiana.
Il Duomo è stato gremito di fedeli, in particolare nella Messa di Mezzanotte: lunghe code si sono formate in piazza Duomo fin dalle 23.30 del 24 dicembre per entrare in Cattedrale. Molti i giovani presenti e i milanesi di origine straniera.
Nella Messa delle ore 11 di oggi il cardinale Scola ha ripetuto le parole dell'angelo ai pastori: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo. Anche oggi la Chiesa si rivolge a ciascuno di noi, ripetendoci: Non temere. Eppure non è facile sgombrare il cuore da ogni timore. Infatti, come è possibile non temere quando la guerra dilaga in tutto il pianeta, quando migliaia di uomini e donne sono costretti a fuggire e a rifugiarsi fuori dalle loro terre, quando le nostre stesse esistenze appaiono minacciate non solo da efferati attentati terroristici, ma dalla violenza dell’esclusione, dello scarto, della fame e della miseria, di una cultura incapace di accogliere la vita dal suo concepimento al suo fine naturale? Si può veramente, soprattutto oggi, vivere senza timore?”.
La risposta per Scola è nella nascita di Gesù, che oggi si celebra: “La sorgente della speranza che vince ogni paura è qui, scaturisce dal fatto che un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Che uno creda o non creda il fatto che Dio si sia fatto, in questo modo, uno come noi resta, lungo i secoli, una notizia sbalorditiva”.
L’Arcivescovo di Milano ha poi ricordato le conseguenze di questa notizia: “La nuova parentela che Gesù inaugura introduce nella vita della nostra società plurale una incessante tensione di accoglienza reciproca, criterio di effettiva convivenza tra gli uomini a tutti i livelli. Da quelli primari della famiglia e dei corpi intermedi che arricchiscono la nostra società civile, in cui la gratuità precede ogni altra considerazione, a quelli delle istituzioni statuali chiamate a mostrare perché l’accoglienza sia adeguata e rispettosa del bene comune di tutta la società, evitando sia rigide chiusure che ingenue aperture. La fraternità che il Natale ha immesso nella storia degli uomini, soprattutto in Occidente, può e deve diventare criterio della vita pubblica segnata dal delicato ma inscindibile nesso tra misericordia e giustizia”.
Infine, Scola ha raccomandato che “questo Natale del Giubileo della Misericordia sia occasione per tutti di educarsi alla gratuità non solo nell’uso dei propri beni, ma anche nell’uso del proprio tempo e dei propri talenti. Il dono, se è vissuto con l’intenzione di dare all’altro qualcosa di se stessi, inaugura un legame sociale nuovo e rigenera la comunità”.
Nella precedente Messa di Mezzanotte, Scola ha ricordato che “tutti i pericoli – esterni e interni a noi – e la ferocia che minacciano i nostri giorni, spesso lasciandoci l’impressione di barcollare nel buio, non possono cancellare il fatto: nella storia degli uomini è entrata la luce vera che illumina ogni uomo”.
Sia nella messa di mezzanotte che in quella mattutina, sono state consacrate le particole per la Comunione preparate e donate dai detenuti del carcere di Opera, che hanno chiesto all’Arcivescovo e ai fedeli milanesi di pregare per loro.