Anche quest’anno la Comunità Papa Giovanni XXIII si riunisce per la Festa del Riconoscimento, con una liturgia speciale per celebrare, il giorno di Santo Stefano, la rinascita dei tanti ragazzi che hanno concluso il programma terapeutico e sconfitto la droga.
Una tradizione che quest’anno compie 20 anni: la prima messa del riconoscimento fu officiata da don Orenze Benzi nel lontano 1995. Quest’anno ci sarà, monsignor Pietro Lagnese, vescovo di Ischia, alla chiesa della Resurrezione di Rimini, in via della Gazzella 48, sabato 26 dicembre.
In 95 riceveranno il Riconoscimento (65 italiani che provengono in particolare da Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Abruzzo e 30 dalle strutture di recupero all’estero,Croazia, Albania, Brasile, Bolivia, Cile e Argentina).
L’85% di loro è di sesso maschile, ha più di 30 anni e una lunga storia di dipendenza da sostanze e vissuti tragici. La maggior parte di loro è entrata in Comunità soprattutto per dipendenza da eroina e cocaina, ma è in netta crescita l’utilizzo di droghe sintetiche l’abuso di alcol e una dipendenza attuale e spesso sottovalutata, quella dal gioco d’azzardo.
Il cammino di recupero nella Comunità Papa Giovanni XXIII mira a valorizzare pienamente la persona che è da subito inserita in un contesto familiare. Il percorso dura in media 3 anni ed è costituito da 3 fasi: l’accoglienza, la comunità, il rientro.
Al termine dell’ultima fase, quella del “rientro” alla vita sociale, la persona riceve il “riconoscimento”; è il punto di partenza di una nuova vita, una rinascita non solo per loro ma per le famiglie e per tutta la Comunità.