Card. Angelo Scola

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Scola: "Milano una città 'non abbandonata'. Condividiamo con i poveri"

Nell'omelia per l'ultima domenica di Avvento, l'arcivescovo ambrosiano ha insistito sulla “apertura della ragione” e la “capacità di incontro”, quali necessità primarie delle nostre società

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Ieri sera, domenica 20 dicembre, l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ha presieduto in Duomo la Messa nella VI e ultima domenica di Avvento che celebra l’Incarnazione del Signore. Nella sua omelia il porporato ha spiegato che “l’incarnazione del Figlio di Dio è espressione di una speciale cura per ogni uomo. La Chiesa ha sempre educato i suoi figli a praticare tutte le Opere di misericordia. In questo anno giubilare vogliamo riprendere con vigore questa usanza. È anche una potente testimonianza – pensiamo a Madre Teresa – della carità di Cristo verso tutti. In questo modo il Dio-con-noi strappa circostanze e rapporti alla loro intrinseca precarietà e, nel Suo amore, ne custodisce “per sempre” tutto il valore”.

Nella domenica in cui si legge il brano evangelico dell’annuncio dell’angelo alla Madonna, l’Arcivescovo ha ricordato come “ad ognuno dei tre interventi dell’angelo Maria reagisce con una precisa iniziativa. Questo rivela la sua capacità “critica”, quella cioè di vagliare con cura tutte le cose. Essa si basa sia sulla natura dell’umana ragione, capace di aprirsi a tutta la realtà, sia sul valore dell’incontro tra libertà come sorgente di bene. Non è un caso che tante città europee venerino Maria come loro patrona. Non sono forse queste – apertura della ragione e capacità di incontro – le virtù di cui hanno più bisogno, nell’attuale frangente storico, le nostre società del nord del pianeta? Non possiamo negare che spesso viviamo chiusi nei nostri propri interessi, dando poco spazio all’altro. Rischiamo chiusure e riduzionismi. E cadiamo nell’aridità”.

Infine il cardinale Scola ha commentato le parole di Isaia della lettura della Messa: “E tu sarai chiamata Ricercata, “Città non abbandonata”. La nostra Milano e tutte le altre realtà del mondo, piccoli paesi o grandissime metropoli sono città non abbandonate. Ecco perché dobbiamo avere energia nel condividere con i poveri e gli estremamente poveri, come i numerosissimi, oltre cinquemila, che dormono nelle strade nella nostra Milano”.

 

 
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ZENIT Staff

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