Pope Francis received managers

PHOTO.VA

Il Papa: "Mai più operai morti sul lavoro"

Nell’udienza ai dipendenti delle Ferrovie Italiane, Francesco ricorda quanti hanno lavorato per realizzare la rete ferroviaria in Italia e loda le iniziative come gli Help Center e l’Ostello ‘Don Di Liegro’

Share this Entry

“Le Ferrovie dello Stato Italiane hanno superato da dieci anni il secolo di vita, e questo è prima di tutto un motivo per ringraziare il Signore. Ma è anche occasione per ringraziare tante persone che hanno lavorato duramente per realizzare la rete ferroviaria in Italia: un territorio non facile, che richiede molta fatica sia nella fase di progettazione che in quella di messa in opera. Non pochi operai hanno anche perso la vita in questo lavoro. Li ricordiamo tutti. E facciamo in modo che questo – per quanto dipende da noi – non debba più accadere”. Così Papa Francesco nel discorso ai dipendenti delle Ferrovie Italiane, ricevuti stamane in udienza in Aula Paolo VI.

Guardando ancora al passato, il Papa sottolinea che “la storia delle Ferrovie italiane attesta anche una speciale attenzione nei confronti dei più poveri, con varie iniziative di solidarietà, antiche e recenti”. Una di queste – dice – “sono gli Help Center, presenti in decine di città italiane e nati dalla collaborazione tra le Ferrovie, gli Enti Locali e il Terzo Settore”: si tratta di “sportelli-antenna”, che permettono a chi è in difficoltà “di trovare ascolto, soccorso e assistenza”. “Tutti noi – osserva Francesco – avremmo bisogno di queste antenne, che ci permettano di captare i segnali di ciò che avviene attorno a noi, per riuscire a percepire le sofferenze degli altri, senza rimanere insensibili. Questi sportelli – prosegue – sono un mezzo con cui le Ferrovie vogliono contribuire a tenere unito il Paese non solo dal punto di vista geografico, ma anche sul piano sociale, contribuendo a evitare che qualcuno rimanga indietro, e che si accentui il divario tra chi è abbiente e chi manca di tutto”.

Un’altra iniziativa importante, ricorda il Papa, è l’Ostello presso la Stazione Termini, dedicato a Don Luigi Di Liegro fondatore della Caritas di Roma, in cui ieri è stata aperta la Porta Santa della Carità. La struttura è stata rinnovata dalle Ferrovie in collaborazione con la Caritas diocesana; la prima pietra dei lavori per approntare i nuovi locali fu posata cinque anni fa da Benedetto XVI. “Questo Ostello, che accoglie quotidianamente centinaia di ospiti, e sta predisponendo anche il servizio di accoglienza diurna, svolge un’opera essenziale in un luogo della città dove spesso si radunano le persone in cerca di un riparo”, afferma Bergoglio.

Ed esprime l’auspicio che l’Anno Santo appena iniziato “ci insegni anzitutto questo, e imprima nella nostra mente e nei nostri cuori che la misericordia è la prima e la più vera medicina per l’uomo, della quale ognuno ha urgente bisogno. Essa fluisce in modo continuo e sovrabbondante da Dio, ma dobbiamo anche diventare capaci di donarcela a vicenda, perché ciascuno possa vivere in pienezza la sua umanità”.

Proprio a questo ci richiamano le Porte Sante, aperte in questi giorni in tutte le diocesi del mondo. “Quella dell’Ostello alla Stazione Termini è diventata Porta Santa della Carità”, spiega il Papa, “chi la attraversa con amore troverà perdono e consolazione, e sarà spinto a donare e donarsi con più generosità, per la salvezza propria e dei fratelli”. Allora, esorta il Pontefice, “lasciamoci tutti rinnovare dal passaggio attraverso questa porta spirituale, in modo che segni interiormente la nostra vita. Lasciamoci coinvolgere dal Giubileo della Misericordia, in modo da rinnovare il tessuto di tutta la nostra società, rendendola più giusta e solidale”. 

Prima di concludere, Papa Francesco ricorda l’ultima monografia appena pubblicata nella collana “L’Italia del treno” dal titolo “Giubileo”, una raccolta di fotografie che ritraggono i viaggi dei Pontefici in treno. “Che la stima che ci lega – conclude – della quale questa giornata è un segno, possa rafforzarsi in quest’Anno Santo, in modo che l’Italia e tutti i Paesi del mondo diventino luoghi di reti solidali, più autenticamente umani, più capaci di gioire dell’amore di Dio e della comunione vicendevole”.

Il testo integrale del discorso è disponibile qui.

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione