Lettura
Il Vangelo di Luca fa precedere all’annuncio della nascita di Gesù quello della nascita del suo precursore. Questo bambino, questo dono di Dio, aprirà la via al Bambino; egli porterà l’annuncio della salvezza, denuncerà l’ipocrisia degli uomini del suo tempo, invitando a conversione. Giovanni sarà segno della novità di Dio tra gli uomini del suo tempo come, prima ancora di nascere, lo è nella vita di suo padre. Dono desiderato per tanto tempo e tanto atteso, viene promesso a una vita che, però, ormai non ci spera più. Ma Dio viene, come sempre, a bussare proprio là dove l’uomo è più debole.
Meditazione
La tua preghiera è stata esaudita. È la parola di Dio per Zaccarìa ed Elisabetta: di classe sacerdotale, irreprensibili… ma non hanno figli. Una maledizione, a quel tempo, la sterilità, perché i figli erano la vera benedizione di Dio sulla vita di un uomo. Quante volte avranno pregato per un figlio? E come mai ora Zaccarìa non crede più alla sua stessa preghiera? Il tempo aveva raffreddato il suo cuore, che si era accomodato a vivere tutto come un dovere, nella fredda routine, fatta di gesti e segni, perfetti sì, ma incapaci di dare frutto: sterili, appunto, come loro due. È la prima cosa importante che ci insegna quest’uomo: la fede non è fine a se stessa e non può essere fatta solo di forma. Se non trasforma la vita di chi crede e non genera vita è inutile. Ci si trasforma in cadaveri che “fanno cose” ma non vivono la novità che il Signore desidera portare nella vita di ognuno. Al punto che non la si vede nemmeno, questa novità, quando arriva. Il desiderio di un figlio Zaccarìa ce l’ha dentro, e questo desiderio grida a Dio, è una preghiera prorompente… ma l’angelo si trova davanti il muro della sua incredulità. Niente arriva per chi non sa aspettare, diceva S. Weil, e così la salvezza offerta viene rifiutata. Zaccarìa non è pronto, ha paura: Dio, quando arriva, porta sempre una novità che sembra troppo più grande di noi. Il nostro errore è non credere all’infinita possibilità che Egli ha di cambiare la nostra vita: la grazia può davvero trasformarla radicalmente, riempire di futuro ciò che l’abitudine ha reso sterile. I doni di Dio sono impegnativi, ci scomodano, sempre. Noi possiamo dirgli di no, ma solo buttandoci nelle sue mani la salvezza potrà raggiungerci!
Preghiera
«Signore, facci vivere la nostra vita non come un giuoco di scacchi dove tutto è calcolato, non come una partita dove tutto è difficile, ma come una festa senza fine dove il tuo incontro si rinnovella, come una danza, fra le braccia della tua grazia» (M. Delbrêl).
Agire
Mi prendo un po’ più di tempo per meditare il Vangelo di oggi e chiedo al Signore di saper attendere con disponibilità e riconoscere con gratitudine la novità che questo Natale sta portando alla mia vita.
Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane – Comunità dei Quattro Santi Coronati di Roma, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it