Movie "Natale col boss"

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Ridere fa bene, soprattutto se si fa… Natale con il Boss

Non è vero che i cinepanettoni sono sinonimo soltanto di banalità e volgarità

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Recensire Natale col Boss, film in uscita in questi giorni nelle sale italiane e che Zenit ha visto martedì nell’anteprima presso il cinema Savoy a Roma, non è compito facile. Perché la nostra agenzia di stampa solitamente non affronta temi e film come questi, penserete voi. Sì, in parte è per questo. Ma soprattutto perché non è facile scrivere  al computer avendo ancora gli occhi lucidi per le risate che il film, con le sue battute e scene esilaranti, ha provocato…

Ma, ancora vi domanderete, deve un’agenzia come Zenit affrontare la recensione di questo nuovo prodotto della Filmauro, entrando nel campo dei cosiddetti ‘cinepanettoni’? Sembra di sì: e mentre la scriviamo cerchiamo anche di spiegarvi il perché.

In primo luogo, perché l’etichetta ‘cinepanettone’, già discutibile in genere, non è di sicuro da applicare a questo lavoro. Si tratta infatti di una vera action commedy che, per la dinamica regia di Volfango De Biasi, strizza l’occhio alle serie poliziesche e si rifà (a volte sotto traccia a volte in modo più esplicito) a film quali Face Off, True Lies, con combattimenti stile Elektra e Matrix, fondendoli con il Padrino e Gomorra.

Grazie anche ad una sceneggiatura solida, realizzata fra gli altri dallo stesso De Biasi insieme ai protagonisti Pasquale ‘Lillo’ Petrolo e Claudio ‘Greg’ Gregori, il film risulta nel complesso una commedia leggera, brillante, non volgare (sebbene debba utilizzare lo slang adatto alla sua ambientazione).

Proprio a testimonianza di questa non banalità, il film arriva senza precipitazione allo sviluppo non solo di battute, ma principalmente di situazioni paradossali e comiche, di equivoci che consentono ai protagonisti di sfoggiare la loro prorompente simpatia.  Viene utilizzato il classico tema del doppio, impreziosito però dalla presenza inedita come attore di Peppino di Capri, che umilmente si mette in gioco interpretando e – potremmo dire – prendendo in giro se stesso.

Il doppio binario si ripropone anche nella presenza di due coppie comiche, una ben rodata (Lillo e Greg, che interpretano due chirurghi – ruolo da loro già anticipato in esilaranti sketch sul web), e una inedita ma funzionante  (Francesco Mandelli -Paolo Ruffini, due poliziotti che oscillano fra Polizia di Stato italiana e intemperanze alla Starsky e Hutch, con tanto di Mustang fiammante).

Completano il cast, Giulia Bevilacqua, con un ruolo ben scritto e interpretato – aggiungendosi anche lei alla parte di equivoci inaspettati – , e una serie di “caratteristi”, o meglio “attori non protagonisti”, tutti con interpretazioni degne di nota. Il risultato finale dunque non è una serie di sketch incollati insieme ma una commedia intelligente, ben fatta e consigliabile.

E, quanto detto finora, ci consente di aggiungere un secondo e più profondo motivo per cui Zenit si è occupato di tale recensione. Perché, come ricordava il medico e psicologo Mario Farné, ridere è una cosa seria.

Ci difende dall’ansia, migliora le risposte immunitarie (pensiamo alla clownterapia)  e fa sfogare l’aggressività in modo non aggressivo: quanto è necessario questo ai nostri giorni in cui tutto sembra nero. Sbagliare è umano, far ridere sui propri sbagli o vizi è ancora più tipicamente umano. Nel mondo animale non c’è creatività e non c’è umorismo. Questo infatti richiede saper uscire da se stessi e guardarsi da fuori, richiede intelligenza e animo, e oggi richiede anche coraggio. Forse per questo si parla di “battute di spirito”.

Infine, c’è un ultimo motivo per questa recensione. La spiego raccontando un buffo aneddoto legato all’anteprima.

 Per quelle tenaci, misteriose storpiature che creano i correttori automatici, il posto accreditato per Zenit era sotto nome “Lasino” , con tanto di scuse dell’Ufficio Stampa. Scuse accettate ma superflue. Anzi, immaginate la scena. Io arrivo al Savoy in elegante giacca e cravatta: «Ci dovrebbe essere un biglietto per Lasino». «Per l’asino?», mi chiede l’addetto. «Si, è per me, non le risulta?»«Beh, effettivamente ora che me lo fa notare…». 

Ecco perché Zenit ha voluto occuparsi di Natale col Boss: perché è stato tutto veramente veramente divertente, dall’inizio alla fine.

 

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ZENIT Staff

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