Dopo il successo degli spettacoli dello scorso ottobre nella basilica di San Crisogono, torna in scena a Trastevere La bottega dell’orefice di Karol Wojtyla, diretta da Antonio Tarallo e interpretata da Chiara Graziano e Alessandro Fiorenza.
L’appuntamento è per domenica 20 dicembre, alle 21, presso il Teatro Trastevere, in via Jacopo de Settesoli 3. I proventi dello spettacolo andranno in beneficienza per il Progetto Ripa.
La commedia, opera giovanile del futuro papa, mette in luce il difficile cammino del fidanzamento, alla luce del disegno divino che sovrasta i due protagonisti, Andrea e Teresa.
Si tratta, spiega Tarallo, di un testo dalle “mille sfaccettature” caratterizzato dalla riduzione a due atti, rispetto ai tre della versione originale.
La storia offre la “Bellezza dell’incontro di due giovani – prosegue il regista -. Due mondi che si fondono in uno, grazie alla potenza dell’Amore, del Vero Amore.
Andrea vive quindi un “turbamento davanti all’Amore”, che mette in discussione le sue certezze precedenti. Lui stesso sta gettando un “ponte” verso la donna che ha incontrato, vuole uscire dal suo “Io” e “giungere all’altra persona”.
L’attore Alessandro Fiorenza, professandosi non credente, afferma di incontrare l’eternità non in un “fatto puramente temporale” ma nella “intensità del tempo trascorso”. “La mia eternità sta nei gesti che compiamo”, aggiunge.
L’“amore eterno”, per Fiorenza, è principalmente “dividere ciò che abbiamo su questa Terra, essere solidali l’uno con l’altro nel tempo che abbiamo a disposizione. Ridere, piangere, litigare, amare insieme con il pensiero e condividere questa vita, nel modo più disinteressato possibile”.
Da parte sua, Chiara Graziano ricorda come Wojtyla stesso definì la sua pièce come la storia di “ognuno di noi e di noi tutti insieme”, portando in scena la storia di un “fidanzamento”, parola “troppo spesso deturpata dal suo originale e puro significato”, l’incontro tra due persone che “potrebbe essere metafora di unione di una comunità intera e non soltanto di due singole anime; simbolo ed immagine di un legame libero che non ha regole, non ha costrizioni, non ha paure, ha soltanto amore e credo che senza questo, siamo tutti un po’ fuori posto!”.
Il cast dello spettacolo è completato dal coro, composto da Simonetta Bologna e Giulia Olivetti, Davide Capone (la voce dell’orefice), Francesco Formisano (coreografia), Milos Ippoliti (impianto scenico), Elisabetta Di Pisa (costumi) e Francesca Manicone (voce femminile). [L.M.]
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Per info e prenotazioni: http://www.teatrotrastevere.it/contatti/