Lettura
Il brano del profeta Isaìa fa chiarezza sull’identità di Dio: «Io sono il Signore, non ce n’è altri»: Egli crea, plasma, dona la salvezza. A questa realtà sembra contrapporsi il brano evangelico: Giovanni Battista deve sciogliere i dubbi sull’identità di quel Messia per il quale sta dando la vita. Ma chi è Gesù per noi? Chi stiamo aspettando in questo Avvento? Abbiamo forse un’immagine errata, un’idea sbagliata del Signore, tanto che, se le cose non vanno come vorremmo, ce la prendiamo con quella “nostra” immagine di Dio. Ma, come Giovanni, dobbiamo avere l’audacia di rivolgere questa sana domanda a noi stessi!
Meditazione
Il Battista vive la sua personale crisi. Aveva incontrato Gesù al Giordano, quando lo aveva battezzato, e lo aveva riconosciuto come l’Agnello di Dio. Ora, invece, è nel dubbio, ha paura e ha bisogno di risposte. Se Gesù non è quello che dice, anche lui stesso non è più lui! È ammirevole il suo coraggio nel chiedere. Non si scandalizza del suo dubbio, gli dà voce, consapevole che questa sua domanda metterà in crisi anche i discepoli che sono chiamati a fare da tramite: è possibile che il loro maestro viva tale turbamento? Questo è il primo bell’insegnamento: avere il coraggio di dare voce alle nostre inquietudini, di metterle a confronto con persone sagge. È segno di umiltà e sapienza! Ma quant’è difficile fare pace con le nostre paure, che restano mascherate in noi, togliendoci tanta pace. Basterebbe dare un nome a queste incertezze! Anche Gesù non si scandalizza della domanda di Giovanni, di quel grande profeta! La domanda è lecita: quanta franchezza emerge nel rapporto tra Gesù e Giovanni! Dai Vangeli risulta che si siano incontrati davvero poche volte, ma ciò non mina la profonda relazione tra loro, la comune missione che sono chiamati a compiere. Al di là di ogni paura, ci è regalata sempre la certezza di un’intimità con il Signore che è fedele. Anzi, ogni incertezza è come un nuovo passo avanti nell’accogliere il suo amore per noi, nel riconoscerlo presente anche in ciò che per noi è un fallimento! Gesù viene a scomodarci, a toglierci le nostre false sicurezze, perché ci vuole incontrare nella nostra verità di uomini e donne bisognosi di Lui. Ecco, allora, l’ottava beatitudine, che non rientra nell’elenco classico: chi non si scandalizza di Gesù è felice! Perché Gesù è il primo a non scandalizzarsi di noi!
Preghiera
«Ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in te» (sant’Agostino, Confessioni, I,1). Mantieni viva in noi, Signore, questa inquietudine affinché non ci fermiamo nel cammino, ma desideriamo sempre cercare il tuo volto che si rivela a noi nelle imprevedibili sorprese dell’amore. Amen.
Agire
Mi fermo a scrivere le mie paure, le ansie, le incertezze. Do un nome a tutto ciò di cui mi vergogno nel mio rapporto con Gesù.
Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane – Comunità dei Quattro Santi Coronati di Roma, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it