L’immagine è di quelle che fanno emozionare. Una donna dal volto provato ma raggiante, priva di capelli per via dei trattamenti di chemioterapia, sdraiata insieme alla sua piccolissima creatura appena venuta alla luce. Avvolta tra i tubicini per la respirazione, della bimba dietro uno zuccotto rosa si intravede persino una chioma di capelli neri.
È l’immagine della vita che vince. Una vittoria per nulla scontata in questo caso. Siamo in un ospedale di Bristol, in Inghilterra. È in questo stesso luogo che, alcuni mesi fa, Heidi Loughlin si è trovata davanti a un bivio.
Era da qualche tempo che la donna, già madre di due bambini, stava combattendo con un’acuta e dolorosa infiammazione al seno. In un primo momento i medici pensavano si trattasse di una forma di mastite, salvo poi accorgersi che il problema era più grave a causa dell’inefficacia della cura prescritta.
È così che, nel settembre, scorso, ad Heidi viene diagnosticato un cancro al seno. Una situazione perniciosa, data la gravidanza. I medici che la seguono le consigliano di abortire prima di sottoporsi a un necessario trattamento di chemioterapia.
Heidi si sente per un momento crollare il mondo addosso. Ma già nel momento successivo, lo sente ricomporsi grazie a una forza di volontà che le nasce dal cuore materno. Decide di proseguire la gestazione e di rimandare le cure di chemio più intense, optando per una forma più lieve, compatibile con la gravidanza. “Non è stato difficile per me prendere questa decisione, volevo tenere il bambino…”, afferma col sorriso tra le labbra al Daily Express.
In una toccante intervista ripresa da ZENIT, la 32enne poliziotta inglese ammette che con il suo tipo di tumore ha un elevato numero di possibilità di non sopravvivere oltre i cinque anni, tuttavia lascia spazio alla provvidenza: “Può accadere un miracolo, per questo ho intenzione di andare avanti e avanti ancora… per i miei figli, che sono la cosa più importante al mondo”.
Questa tenacia ha già iniziato a produrre i primi frutti. Il parto cesareo della piccola che aveva in grembo era stato fissato per la fine del mese di dicembre; data la situazione complicata, i medici hanno però deciso di anticipare l’operazione.
Dopo essersi stretta in un abbraccio con il suo compagno, lo scorso 11 dicembre la coraggiosa Heidi è entrata in sala operatoria. L’intervento è durato alcune ore, prima che i suoi occhi velati dalle lacrime potessero veder uscire dapprima un minuscolo piede e poi il corpicino intero di sua figlia, che è stata chiamata Ally.
“Sono sulla luna”, ha dichiarato Heidi. Non ha nascosto di essere stata “spaventata” all’idea di partorire alla 13esima settimana di gravidanza, ma anche gli ultimi residui di quel comprensibile sentimento umano sono spariti sotto i calci della piccola Ally. La mamma ha affermato che “è stato un sollievo immediato” vedere venir fuori sua figlia con una certa determinazione, ossia “piangendo e scalciando”.
La bimba pesa poco più di un chilo e dopo poche ore ha iniziato a respirare da sola. “È il miglior regalo di Natale che potessi ricevere”, ha dichiarato Heidi. La quale si è detta “eccitata” perché tra pochi giorni (il 23 dicembre) dovrebbe iniziare il trattamento di chemioterapia più potente. “Suona assolutamente fuori di testa – dice con ironia la 32enne – ma non vedo l’ora di iniziare perché ho bisogno di stare meglio per i miei figli”.
Heidi è consapevole che la strada che dovrà affrontare è ancora lunga e impervia, ma non ha affatto intenzione di fare un passo indietro. Del resto i suoi figli hanno le stesse esigenze che avevano prima che a lei venisse diagnosticato il cancro: “guardare Peppa Pig e fare i capricci”. E la pazienza di una madre è già pronta a posarsi sulle piccole cose quotidiane.