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Mosul. Isis uccide tre imam contrari a reclutare giovani per la jihad

I tre imam sunniti decapitati lunedì davanti a decine di persone. Dagli Usa, Obama: “Stiamo colpendo l’Isis più duramente che mai”. L’Arabia Saudita annuncia nascita di nuova “Alleanza militare islamica”

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I jihadisti del sedicente Stato Islamico hanno decapitato sulla pubblica piazza tre noti imam sunniti di Mosul, con l’accusa di non aver obbedito all’ordine che imponeva loro di reclutare giovani per la Jihad. Lo rende noto Fides riferendo che i tre imam, conosciuti dalla popolazione locale per il loro profilo di autentici uomini di Dio, si chiamavano Kazim Abdulkarim, Bilal al-Sheikh Agha and Abdullah al-Hayalli, e si erano opposti alle atrocità compiute dai jihadisti in nome della loro sanguinaria ideologia religiosa.

Sono stati trucidati nel pomeriggio di lunedì 14 dicembre, davanti ad alcune decine di persone radunate per assistere alla decapitazione. Nella stessa giornata, – riferiscono fonti locali all’agenzia curda ARA News – è stato trucidato anche Ashwaq al-Nouaymi, un professore di Mosul che si era rifiutato di impartire ai suoi studenti gli insegnamenti contenuti nei nuovi curricula scolastici imposti dal Daesh. 

Già nel giugno 2014, pochi giorni dopo aver conquistato Mosul, i jihadisti del Daesh avevano ucciso numerosi imam sunniti della città, compreso il Grande Imam, per essersi rifiutati di giurare fedeltà all’autoproclamato Califfato Islamico. La strage degli imam di Mosul è stata di fatto ignorata dai media occidentali. Tutti i cristiani presenti nella seconda città irachena sono riusciti a fuggire, e le loro case sono state espropriate dai jihadisti. 

Dagli Stati Uniti, intanto, tuona la voce del presidente Barack Obama che in un discorso al Pentagono, dopo una riunione con il Consiglio di Sicurezza, afferma: “Stiamo colpendo l’Is piu’ duramente che mai”. “La strategia va avanti”, ha affermato il presidente, anche se “continua ad essere una lotta difficile”. Riconoscendo la necessità di progressi più tempestivi, Obama ha chiesto un maggiore impegno dai partner della coalizione perché “facciano di più e più velocemente” per colpire i leader dello Stato islamico “uno per uno” .

Le parole del capo di Stato americano hanno fatto breccia non solo negli alleati occidentali, ma anche in quelli sunniti; tanto che l’Arabia Saudita, a poche ore dall’intervento al Pentagono, ha annunciato la nascita di una nuova “Alleanza militare islamica” composta da 34 paesi.

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ZENIT Staff

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