Christmas decoration

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Da burattini a cittadini del mondo

Natale e Capodanno sono momenti da riscoprire e da vivere in modo diverso, unendosi agli altri in un grande abbraccio

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Che fine ha fatto il Natale? Una volta questa festa era dedicata alla preghiera, al ricordo della nascita di Gesù e alla gioia di stare insieme in famiglia. Negli ultimi anni questa importante ricorrenza si è trasformata, per alcuni giovani, in qualcosa di diverso.

La spiritualità e il raccoglimento sembrano essere, ormai, passati di moda. Il 25 dicembre non è altro che la festa dei regali. Una scusa per prendere d’assalto i negozi e vuotarsi le tasche.

La cosa buffa è che tante persone si scambiano doni, ma non sanno nemmeno perché. L’immagine calda e poetica del presepio viene spesso sostituita dall’anonimo albero con le palline colorate, che va bene per tutti.

Al Natale dell’opulenza si aggiunge, qualche giorno dopo, la moda delle grandi feste di Capodanno. “Che fai a Capodanno?” è la frase-tormentone che sentiamo ripetere fino alla nausea, dai primi giorni di dicembre.

Tra i ragazzi si diffonde sempre di più l’abitudine di vivere la notte del 31 dicembre in modo assolutamente estremo, esagerato, sconvolgente.

Si corre da una festa all’altra, da una discoteca all’altra, da un locale all’altro. Non sempre si ha la lucidità sufficiente per guidare l’automobile, dopo aver brindato con il vino ed essere stati assordati dal rumore di certa musica.

Il Natale opulento e il Capodanno estremo sono il frutto di ciò che viene insegnato ai giovani attraverso certi mezzi di comunicazione: l’assenza totale di una cultura del limite, che dovrebbe essere alla base di ogni civiltà.

I giovani, oggi, sono considerati burattini ‘fabbrica-soldi’. Si offre loro qualunque cosa, pur di arricchirsi alle loro spalle. Li si riempie di prodotti consumistici di ogni tipo. L’importante è che i ragazzi comprino. Non importa cosa. Ciò che conta è fare soldi. Tanti soldi.

Che cosa si può fare, concretamente, per aiutare i ragazzi a vivere in modo più corretto ed equilibrato le feste di Natale e di Capodanno? Prima di tutto bisogna educare i giovani a rifiutare la non-cultura dei falsi bisogni.

L’obiettivo di certi spot pubblicitari banali e vuoti è quello di far sentire i ragazzi perennemente insoddisfatti. Si fa credere loro che, per essere felici, sia necessario avere un’automobile bellissima o una casa lussuosa. Si annulla completamente il senso del limite. Si spinge costantemente a desiderare di avere qualcosa di più. A comprare, comprare, comprare, nell’illusione di riuscire ad assomigliare, un giorno, ai modelli irreali della televisione.

E’ importante, quindi, educare i giovani a non lasciarsi condizionare dalle mode. Troppo spesso gli acquisti dei ragazzi non sono dettati dal buon gusto o dal cervello, ma dall’abitudine a muoversi come il branco.

E’ come se una voce sussurrasse continuamente all’orecchio dei giovani: “Compra quegli occhiali da sole, altrimenti non sarai accettato dagli altri. Acquista quel maglioncino o quei pantaloni, oppure non sarai veramente alla moda. Il branco lo vuole e tu devi obbedire. Devi essere uguale ai tuoi compagni”.

Il bello della vita, invece, sta nello scoprire di essere diversi. Sta nella gioia di non indossare gli stessi pantaloni degli altri, o nel gusto di scegliere una maglietta perché ci piace. Non perché piace alla massa.

Come dare una svolta decisiva al periodo delle feste natalizie e di Capodanno? Invitando i ragazzi a rinunciare a qualche regalo banale. Quest’anno potrebbero spendere i propri soldi, o una parte di essi, in un modo diverso. Ad esempio, facendo un’offerta per qualche comunità missionaria impegnata nell’evangelizzazione e in iniziative benefiche.

Oggi alcuni ragazzi sono schiavi della dittatura degli spot. Ma basterà un piccolo gesto, in questo Natale, per trasformarli da burattini a cittadini del mondo. Un mondo che ha bisogno d’amore e delle mani tese della solidarietà

 

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Carlo Climati

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