Destroyed buildings in Homs

ACN

“Un domani che non arriva”. Lettera dei Maristi di Aleppo

Una fotografia della drammatica situazione in Siria da parte della Congregazione che ha scelto di restare e non fuggire, per sostenere giovani, famiglie e bambini

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“Questa mattina fa freddo ad Aleppo, un freddo quasi glaciale e noi non possiamo riscaldarci per la mancanza di gasolio… Siamo completamente senza elettricità da più di 50 giorni. Fortunatamente l’acqua, severamente razionata, è tornata dopo un’interruzione di diverse settimane. L’unica strada che collega la città al mondo intero è stata riaperta dopo un blocco di 13 giorni…”.

Inizia con queste note drammatiche la lettera che i ‘Maristi blu’ di Aleppo hanno inviato per l’Avvento. “Ieri pomeriggio – raccontano nella missiva – A.H., un bambino di 9 anni è venuto da noi. Ha impiegato più di un’ora per arrivare. È il decimo di una famiglia con 12 figli. Voleva del pane. Sua madre l’ha mandato perché noi gliene dessimo. Non cessava di ripetere: ‘Spero di non restare deluso’. Non lo sarà. Ritornerà felice”.Come lui molti bambini vivono attualmente in Siria una situazione precaria, tra freddo, fame, salute minacciata, insicurezza. “Il 20 novembre il mondo intero ha celebrato la Giornata internazionale dei diritti del bambino”, ricordano i Maristi, “i bambini di Aleppo, come molti bambini del mondo, soffrono le atrocità della guerra nel momento in cui i grandi di questo mondo cercano i loro interessi. Che dire? Che fare? Come sostenere tanti e tanti bambini nella miseria? Come offrire a questi bambini un appoggio psicologico, umano e spirituale che permetta loro di vivere pienamente la loro infanzia?”.

La Congregazione ha scelto di assicurare loro un’educazione di qualità, “un’educazione nell’autentica tradizione marista, un’educazione che secondo l’auspicio del nostro fondatore san Marcellino Champagnat, fa del bambino nel futuro ‘un virtuoso cittadino e un buon credente'”. Ci sono poi anche i giovani da sostenere e consolare, come la volontaria che domandava al priore: “Perché sto perdendo i migliori anni della mia vita? Perché non sono come tutti i giovani del mondo? Perché non ho il diritto di vivere pienamente la mia giovinezza? È questa la volontà di Dio? Perché non risponde alle nostre preghiere e alle nostre suppliche? Malgrado tutta la nostra fiducia in Lui, non vediamo la fine di questo tunnel…”.

Che risposta dare, a lei e a tanti giovani? “Ascoltarli, sostenerli, cercare di balbettare delle parole di fiducia e di fede”, dicono i Maristi blu. “Non è sempre facile! I nostri giovani vivono angosciati…cercano di partire…di lasciare questo inferno senza scampo…I genitori vengono a chiedere consiglio…Cosa dire? Che risposta dare quando il quadro appare sempre più minaccioso e angosciante. Nel cielo di Aleppo, come nel cielo di tutta la Siria, terra di pace e civilizzazione, le grandi potenze si affrontano…Uomini di ogni razza e nazione, armi, aerei…Il nostro paese è diventato una terra e un cielo di scontri. I genitori sono anch’essi tormentati. Molte delle loro famiglie o dei loro amici si sono già stabiliti altrove, in un altro paese, in un’altra città siriana”.

Quale futuro aspetta a questa gente? E perché sacerdoti e religiosi non decidono di  andare a vivere in un’altra comunità altrove, lontano da questa situazione drammatica? “Per noi Maristi blu – si legge nella lettera – vivere ad Aleppo è accettare il rischio di attendere… Attendere la pace, Attendere il ritorno alla vita Attendere la nascita della civiltà dell’amore… In questo tempo di attesa, in questo tempo dell’Avvento, per noi tutto assomiglia all’attesa di più di 2000 anni fa. Un’attesa piena di domande. Un domani che non arriva. Noi osiamo essere insieme fino in fondo”.

“È vero che molte famiglie attorno a noi partono, sono erranti come la coppia e il loro figlio di 2000 anni fa. Essi andavano per le vie del mondo alla ricerca di non si sa quale paese sicuro. Lungo la loro strada scoprono che la sola certezza che potevano vivere è la loro fede in Dio”. “Noi abbiamo scelto di restare accanto al popolo siriano che soffre, di servirlo, di testimoniargli l’amore di Dio, di essere dei testimoni della luce in un tempo di oscurità, testimoni della pace in un tempo di violenza inaudita”.

Le attività quindi proseguono: “I panieri alimentari sono distribuiti ogni mese senza interruzione. In occasione delle varie feste (Aid Al Adha e Natale), abbiamo anche distribuito scarpe e vestiti a tutti gli adulti e a tutti i bambini delle famiglie di cui ci occupiamo”. Continua anche il progetto “goccia di latte” che consiste nella distribuzione a tutti i bambini al di sotto dei 10 anni di età di latte in polvere o latte per i neonati. “Rispondiamo positivamente a ogni domanda di aiuto per l’ affitto. Il nostro progetto aiuta completamente più di 100 famiglie sfollate. Attraverso il nostro programma di aiuto sanitario, offriamo sostegno molti malati che si sono rivolti a noi per un trattamento medico o per operazioni chirurgiche”, raccontano i Maristi.

Ci sono poi il progetto “Feriti civili di guerra” che “continua a salvare la vita di numerose persone ferite dalle esplosioni dei colpi di mortai che cadono quotidianamente sui quartieri di Aleppo”; il centro di formazione M.I.T. che ha lanciato il suo nuovo programma per i prossimi due mesi; o i tre progetti educativi e di sviluppo “Voglio imparare”, “Imparare a crescere” e “Skill School” che rispondono ai bisogni dei bambini o degli adolescenti.

 

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ZENIT Staff

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