Lettura
Il capitolo 11 del Vangelo di Matteo è carico della tristezza di Gesù, che rimprovera gli uomini del suo tempo perché, pieni di superbia, non sanno andare oltre i loro schemi, e si negano così la possibilità di riconoscere in Lui Colui che stanno attendendo. La loro durezza di cuore sembra quasi assurda: tutto il capitolo è pieno di richiami ai segni che Egli compie, quasi a sottolineare quanto sia facile credere in Lui! Ma gli manca qualcosa: quella capacità di stupirsi e di accogliere con umiltà la vita tipica dei piccoli che, come prospettiva piena di speranza, vengono a chiudere il capitolo.
Meditazione
Non sempre i bambini accolgono con gioia e disponibilità quello che gli viene proposto! Gesù usa questo paragone semplice ed evidente per rimproverare gli uomini del suo tempo: essi sono un po’ come dei bambini capricciosi, che, alle proposte dei loro compagni, sanno solo lamentarsi, sempre insoddisfatti di tutto. Come ce li sentiamo terribilmente vicini questi bambini, sempre scontenti di tutto quello che gli succede! E Gesù, molto duro, sembra quasi dire, a loro come a noi: non solo non sapete cosa volete, ma neanche di cosa avete bisogno! Perché noi crediamo di sapere cosa manca alla nostra pace, ma in realtà, chiudendoci a ciò che non corrisponde alle nostre aspettative, impediamo a Dio di entrare nella nostra vita e, in una continua lamentela, ci rendiamo la vita impossibile, lasciandoci prendere da questo capriccio accidioso che fa diventare tutto pesante e ci toglie la pace e la felicità. Ma, alla fine: sappiamo veramente ciò che desideriamo? «È Dio che desiderate quando nulla vi soddisfa», diceva san Giovanni Paolo II ai giovani durante la GMG del 2000. Quel Dio che però non si lascia chiudere nei nostri schemi, che è sempre più grande di ogni nostra prospettiva, più imprevedibile di ogni nostra aspettativa, quel Dio che nella sua grandezza decide di farsi piccolo per portarci quella pace che tanto desideriamo e che tanto ci manca. Oggi la liturgia ci chiede questo: aprire gli occhi sulla nostra vita accogliendo con disponibilità quanto essa stessa ci offre, senza contrastarla a priori, ma cercandovi dentro i segni della benevolenza di Dio. Perché l’opera di Dio si compie comunque: Natale arriverà. Saremo capaci di riconoscere, nella semplicità di un bambino, il grande dono che Dio ha già deciso di farci?
Preghiera
Donami, Signore, un cuore che sappia accogliere con gratitudine e gioia quanto hai già preparato per me, rivelandomelo nello scorrere semplice dei giorni. Che possa gioire sempre dell’opera che compi in me. Amen.
Agire
In questi giorni dedicherò più tempo ai miei figli, o, se non ne ho, a una persona cara, a un malato, a un anziano.
Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane – Comunità dei Quattro Santi Coronati di Roma, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it