Nel giorno in cui la Chiesa celebra la solennità dell’Immacolata Concenzione e Papa Francesco apre l’Anno Santo della Misericordia, la vita di Madre Speranza incarna quell’esemplare di beatitudine evangelica cha ha trovato una illuminata ispirazione dalla della Beata Vergine Maria, Madre di misericordia, e da Gesù Cristo, il volto misericordioso di Dio Padre.
Proseguendo il racconto della storia della beata Madre Speranza iniziato la scorsa settimana, arriviamo ad un punto doloroso della sua vita costituito dalla malattia. Ella venne trasferita nella casa di Vicalvaro-Madrid mel 1921, dove un anno dopo iniziò a soffrire gravi problemi di salute, che hanno fatto temere più volte per la sua vita. Superate le tribolazioni della malattia, nel 1930 concretizzò un desiderio sempre avuto nel suo cuore, quello di aprire una Casa propria dove poter svolgere senza restrizioni il suo servizio verso gli ultimi, fondando il Collegio di “Nuestra Señora de la Esperanza” a Madrid. Obbedendo al suggerimento del suo direttore spirituale, ella fondò nel Natale del 1930 l’Istituto delle Ancelle dell’Amore Misericordioso, aprendo un primo colleggio a Madrid e con estrema rapidità tanti altri istituti in varie località della Spagna. Il carisma di questa Congregazione era la comunione con il cuore misericordioso di Dio, che si realizzava nella cura amorevole e nell’assistenza verso gli anziani ed i disabili.
Il successo di questi istituti e la loro diffusione suggerirono nel 1935 il Vescovo di Vittoria di costituirli sotto la giurisdizione eccelesiastica nella forma di una Congregazione. L’adesione incondizionata della misericordia di Dio da parte di Madre Speranza la conduce nel 1936 a Roma per aprire una casa di accoglienza nella zona povera e periferica della Casilina.
La vita di Madre Speranza è un modello di beatitudine davvero illuminante perchè testimonia la sua docilità all’azione dello Spirito Santo, il quale spinge a compatire e sostenere il bisogno dell’altro. La sua santità semplice ed operosa è davvero un modello per la società dei nostri giorni, caratterizzata da un senso diffuso di pigrizia e sfiducia interiore che si traducono in egoismo ed indifferenza esteriore. Il secolarismo dei nostri tempi ha “bollato a normalità” il disinteresse dei genitori verso i figli, l’impossibilità di avere un rapporto gioioso tra marito e moglie, la stabilità di un posto di lavoro, la visita agli anzioni e agli ammalati, l’ascolto della vita dei carcerati. La corsa alla carriera, al successo e all’affermazione personale sono le preoccupazioni quotidiane dell’uomo dei nostri tempi, che ci distraggono dai sofferenti che vivono vicino a noi ed attendono una consolazione per ritrovare quella speranza perduta.
Madre Speranza ha avuto il grande merito di non spaventarsi o preoccuparsi dei problemi economici ma di proseguire impertterita la sua opera di carità, confidando sempre nella provvidenza di Dio. La sua fedeltà ai suggerimenti dello Spirito Santo sono stati ricompensati nel vedere il compimento della costruzione dei vari edifici nei quali compiere opere di misericordia.
Davanti alle tante situazioni di povertà materiale e spirituale spesso si rinunzia ad avviare opere di solidarietà e fraternità proprio per la carenza di fondi. La fiducia di madre Speranza, sostenuta da una perseverante e speranzosa preghiera, è la via sicura per non lasciarsi scoraggiare dal realizzare opere di carità quando lo Spirito Santo sussura qualche santa intenzione nel silenzio del cuore.
La vita di Madre Speranza viene raggiunta dalla prova della persecuzione e della tribolazione. Mentre in Spagna infuriava la guerra civile dal 1936 al 1941 segnata dalla testimonianza del sangue di tanti martiri, la Congregazione di Madre Speranza incontrò ostacoli da parte dei Vescovi, di sacerdoti e di alcuni membri dello stesso ordine religioso, rivolgendogli accuse e calunnie per destituirla dal suo incarico di Superiora Generale.
Madre Speranza fu convocata anche dal Santo Uffizio per risponde alle accuse a lei rivolte e dare spiegazione sia dell’autenticità della sua dottrina dell’Amore Misericordioso sia per argomentare sulla veridicità di alcuni fenomeni soprannaturali a lei attribuiti. La Congregazione passò sotto il controllo del Santo Uffizio, lasciando a Madre Speranza l’incarico di Superiora Generale con l’ufficio di formatrice delle novizie, mentre il governo della Congregazione venne affidato alla Vicaria generale. Essa accettò con umiltà ed abbedienza questa decisione continuando a svolgere le mansioni di una semplice suora.
Una volta prosciolta dalle accuse che gli furono rivolte, si dedicò ancora con maggiore impegno ad accogliere i bambini poveri, i rifiugiati politici e a sfamare coloro che avevano perso tutto a causa della guerra, aprendo con l’aiuto della Provvidenza, una nuova mensa che avrrivò ad ospitare più di mille persone al giorno.
Queste vicende ci ricordano che ai santi non è mai risparmiata la prova della persecuzione. La vita dei beati è una cammino spedito verso la gloria del cielo, ma alcune parti di questo tragitto sono rallentate dagli ostacoli delle calunnie, dai sassi delle diffamazioni e dalle buche dei tradimenti dei falsi fratelli. I santi hanno la consapevelezza che tutte queste opposizioni non intralcieranno la volontà di Dio se gli impedimenti verranno affrontati con la speranza di un Dio che mai delude le attese profonde del cuore dell’uomo. Tante sono le incomprensioni dentro la famiglia, tanti sono i rancori verso i colleghi di ufficio, tante le lamentele verso i vicini di casa, tante le aspettative deluse del fratello e dalla sorella di fede della propria parrocchia, ma se tutte queste tribolazioni sono accompagnate dalle speranza certa di ricevere da Dio la sua divina consolazione, allora queste afflizioni sono la preparazione dell’arrivo di una grazia che trasformerà la nostra vita e quella di coloro che ci vivono attorno.
L’ultima parte della vita di Madre Speranza è legata alla località umbra di Collevalenza, dove fondò la Comunità di Ancelle e Figli dell’Amore Misericordioso, realizzando il suo grande desiderio della costruzione di un santuario per ricordare a tutti l’amore misericordioso di Dio sempre pronto ad aspettare, a perdonare e donare speranza ad ogni sua creatura. Nel 1981 a Collevalenza Madre Speranza ha ricevuto l’onore di ricevere la visita di San Giovanni Paolo II. L’8 Febbraio del 1983 Madre Speranza lasciò questo mondo per passare alla casa del Padre. La sua beatificazione è avvenuta a Collevalenza il 30 maggio 2014.