Lettura
La sicurezza e la naturalezza con le quali Gesù concede al paralitico il perdono dei suoi peccati porta gli scribi e i maestri della Legge a chiedersi chi sia quest’uomo. Egli appare loro come un bestemmiatore, che ha la pretesa di compiere azioni che solo Dio può operare. Gesù risponde alle loro accuse liberando il paralitico anche dal suo handicap fisico. Con il suo perdono gratuito e senza misura, l’uomo riscopre la dignità di figlio che può, nonostante le cadute e i suoi limiti, ricominciare una vita nuova e scoprire, nella semplicità di tutti i giorni, che il Signore sta arrivando e ci porta la sua salvezza.
Meditazione
Nel brano del Vangelo Gesù compie una doppia guarigione: fisica e spirituale. Gli amici del paralitico sono in difficoltà: a causa della tanta folla non riescono a vedere e ad arrivare a Gesù. Nel loro cuore c’è il profondo desiderio di aiutare il loro compagno, c’è la speranza “certa” che Gesù lo può davvero salvare, e questo li spinge a guardarsi attorno e a trovare una nuova strada: il tetto! Tante volte anche noi, stanchi e amareggiati per le tante cose che non vanno, scegliamo liberamente di rimanere paralizzati nel nostro lettuccio. Dio, però, non ci condanna per la nostra infermità, ma ci chiede di lasciarci aiutare, di consegnare nelle sue mani il nostro peccato. Se notiamo bene, Gesù prima di tutto gli rimette i peccati. Essere perdonati, avere la possibilità di ricominciare sempre e di nuovo, di tornare a casa e vivere da redenti, di riprendere consapevolezza della dignità di figli che abbiamo: questo ci rende liberi, ci permette di riprendere il cammino. Il paralitico riesce a entrare nella casa grazie alla fede concreta degli amici, non fa tutto da solo. In ogni momento siamo circondati da fratelli che ci vorrebbero aiutare, che intercedono per noi, ma spesso il nostro cuore è troppo chiuso in se stesso per accettare e vedere i tanti segni di Dio nella nostra storia. Dopo averlo guarito, Gesù ordina all’uomo di riprendersi il lettuccio, ma ormai è guarito, a cosa gli potrebbe servire? È come se fosse una cicatrice nella nostra anima che possiamo guardare nei momenti difficili per aiutarci a ricordare i prodigi che Dio ha compiuto in noi. La nostra vita, segnata dal peccato, è sanata.
Preghiera
«Non confidate nei potenti, in un uomo che non può salvare. Esala lo spirito e ritorna alla terra: in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni. Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe: la sua speranza è nel Signore suo Dio […] che è fedele per sempre, rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati» (Salmo 145,3-6).
Agire
Oggi cercherò di scoprire, nei gesti di accoglienza che ricevo, la presenza del Signore che opera nella mia vita. A fine giornata, ringrazierò il Signore per quattro “amici” che mi hanno aiutato a portare il mio lettuccio.
Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane – Comunità dei Quattro Santi Coronati di Roma, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it