Rinviata sine die la relazione su “Diritti umani e questioni etiche correlata alla maternità surrogata”, che era nell’Agenda dei lavori del Comitato degli Affari Sociali, Salute e Sviluppo sostenibile del Consiglio d’Europa per il 23 novembre scorso. Esultano le varie realtà europee – Fafce-European Federation of Catholic Family Associations, No Maternity Traffic, Agenda Europe – che avevano lanciato l’allarme su quello che stava accadendo.
“Grazie allo sforzo congiunto di varie ong e membri dell’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, il Comitato degli Affari Sociali, Salute e Sviluppo sostenibile ha deciso di rinviare la discussione della bozza di relazione preparata da Petra de Sutter su ‘Diritti umani e questioni etiche correlata alla maternità surrogata’, che altrimenti sarebbe stata adottata lunedì 23 novembre scorso dal Comitato che si incontrava a Parigi”, dichiara Nicola Speranza, funzionario politico della Fafce.
Il pericolo che il Consiglio d’Europa adottasse una risoluzione a favore dell’utero in affitto, altresì detto gestazione per altri (Gpa) è per ora passato. Oltre alla complessità della materia, le ragioni del rinvio sono da ricercare – secondo la Fafce – soprattutto nel sospetto conflitto d’interessi della relatrice, l’europarlamentare belga Petra de Sutter.
AgendaEurope precisa che la de Sutter, una persona transgender che da maschio è diventato femmina, oltre alle sue attività politiche è a capo del dipartimento di Ostetricia in un ospedale di Gand, in Belgio, dove la pratica dell’utero in affitto è offerta abitualmente alle coppie infertili per procurare loro un figlio.
Si tratterebbe di “una potenziale violazione delle regole di deontologia dell’Assemblea parlamentare”, secondo No Maternity Traffic. Agenda Europe e No Maternity Traffic fanno presente che il Codice deontologico dei Relatori dell’Assemblea Parlamentare, all’art. 1.1.1, “vieta espressamente ai relatori di avere un interesse professionale in relazione con il tema del rapporto”; in particolare i relatori “non devono avere alcun interesse economico, commerciale o finanziario o altri interessi a livello professionale, personale o familiare connessi con la materia della Relazione”.
Un’inchiesta sul caso è partita dalla Commissione per le questioni sociali prima di decidere se conviene “che la relatrice si dimetta dalle sue funzioni”, come previsto dal Codice deontologico. In ogni caso il prossimo incontro del Comitato sarà durante la sessione plenaria invernale che si terrà a Strasburgo tra il 25 e il 29 gennaio prossimi.
No maternity traffic si dichiara soddisfatta della decisione e “si augura che il prossimo esame di questo progetto di Risoluzione si svolga nelle migliori condizioni di neutralità, imparzialità e oggettività, conformemente al Codice deontologico e come merita un tema di tale gravità”. La pratica dell’utero in affitto, o maternità surrogata o gpa, ricorda No Maternity Traffic, è una forma di traffico di esseri umani, di strumentalizzazione del corpo femminile e di commercializzazione dei bambini. La Petizione lanciata da No Maternity Traffic, con la quale si chiede il divieto assoluto di Gpa, è stata firmata da oltre 100mila persone.