Sedici giorni per vincere la violenza sulle donne: è l’ambizioso obiettivo della campagna promossa dal World Council of Churches insieme a una nutrita coalizione di organizzazioni ecclesiali e religiose — Comunione anglicana, Federazione mondiale luterana, Comunione mondiale delle chiese riformate, per citarne le maggiori — cui partecipa anche l’Islamic Relief, ente non governativo che si occupa del sostegno allo sviluppo dei Paesi poveri attraverso interventi basati sui principi della finanza islamica.
L’iniziativa – informa L’Osservatore Romano – è partita nei giorni scorsi, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, e terminerà il 10 dicembre prossimo, Giornata internazionale dei diritti umani. Il diritto all’educazione e la lotta ai matrimoni combinati di bambine e ragazze sono le battaglie al centro della campagna, il cui titolo ufficiale è «Dalla pace in casa alla pace nel mondo: garantire l’educazione per tutte».
In Italia, la Federazione donne evangeliche ha realizzato per l’occasione un quaderno intitolato “Dire basta è possibile”, scaricabile attraverso una apposita pagina Facebook, che permette di partecipare più compiutamente alla campagna attraverso la riflessione e la preghiera. Secondo i dati forniti da Un Women, organizzazione delle Nazioni unite, a livello a globale un terzo delle donne subisce violenze, fisiche o psicologiche, almeno una volta nel corso della vita. Mentre oltre 125 milioni di ragazze e donne sono state sottoposte a mutilazioni genitali femminili nei Paesi africani e in Medio oriente. A ciò si aggiungono la pratica devastante delle spose bambine — 700 milioni di casi nel mondo, secondo recentissimi dati forniti dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia — e una diffusa mancanza di istruzione.
“Come organizzazioni religiose intendiamo utilizzare il nostro ruolo pubblico per diffondere la consapevolezza dei problemi legati alla violenza di genere. Il modo più efficace è di parlarne nei sermoni, nei gruppi comunitari, nei luoghi in cui le comunità religiose hanno un ruolo educativo evidente”, ha dichiarato Elaine Neuenfeldt, segretaria per i programmi delle donne nella chiesa e nella società della Lutheran World Federation.
La campagna chiede che sia universalmente riconosciuto un eguale accesso all’educazione per bambini e bambine in scuole che siano luoghi sicuri e protetti per promuovere la consapevolezza e la valorizzazione delle donne nella società. In questa prospettiva, viene sottolineato dai promotori della campagna, molte sono le cose che possono fare le varie comunità di fede. A cominciare dal mettere in risalto le pagine e i racconti contenuti nei propri libri sacri che esprimono con particolare incisività la pari dignità delle donne. Oppure, far conoscere attraverso una serie di testimonianze ciò che già si sta facendo per combattere la violenza basata sulla differenza sessuale e la promozione dell’istruzione teologica delle donne.
Riguardo al problema dei matrimoni combinati di bambine e ragazze, i sostenitori della campagna ritengono sia fondamentale lavorare con i sacerdoti e i ministri di culto di ogni comunità, soprattutto nei luoghi in cui la pratica è diffusa, affinché nessuno di loro benedica unioni che coinvolgano minori. “Le ragazze – ha aggiunto con forza Neuenfeldt – dovrebbero poter crescere e fiorire come essere umani e non come spose bambine né come merce su cui mercanteggiare. Questo è il nostro sogno: un mondo senza violenza e discriminazione”.