Superati due milioni di presenze nei padiglioni della Chiesa in Expo Milano 2015: 1,8milioni gli ingressi al Padiglione della Santa Sede e 250mila hanno varcato la soglia dell’Edicola Caritas. Il Padiglione della Santa Sede, il cui commissario generale è il card. Gianfranco Ravasi e vice commissari mons. Pasquale Iacobone e Luciano Gualzetti, ha sviluppato il doppio significato del cibo come nutrimento materiale e spirituale dell’uomo, ponendo al centro il mistero dell’Eucarestia interpretato dai grandi artisti, Tintoretto e Rubens, e il tema della condivisone, proposto attraverso l’esperienza di un tavolo interattivo.
“La Chiesa ha voluto essere presente in Expo con un taglio e un messaggio ben preciso: far riflettere sul tema partendo dai volti delle persone, dalle situazioni concrete che richiedono soluzioni efficaci e non retoriche”, ricorda Ravasi, che sottolinea che con le loro piccole e semplici donazioni i visitatori del Padiglione vaticano hanno offerto 150 mila euro affinché il Papa possa sostenere le comunità di sfollati e rifugiati in Giordania.
I visitatori sono stati accolti da una parete di immagini che hanno illustrato le ferite dell’umanità: fame, conflitti ed esclusione, per quella che Papa Francesco ha definito la “globalizzazione dell’indifferenza”. Sulla parete opposta scorrevano le immagini di tre video che hanno descritto tre iniziative di solidarietà già in atto della Chiesa Cattolica nel mondo: in Burkina Faso, in Ecuador e a Erbil, nel Kurdistan iracheno. Al centro, il tavolo interattivo che ha spinto il visitatore a riflettere sul senso della condivisione. All’interno del Padiglione anche un’opera d’arte: l’Ultima Cena di Tintoretto fino a fine luglio, sostituita poi dall’arazzo con l’Istituzione dell’Eucaristia di Rubens. I visitatori, oltre alle spiegazioni delle guide presenti, hanno potuto usufruire del servizio di audioguide con QR Code in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo.
Nel corso dei sei mesi dell’Esposizione Universale, il padiglione ha organizzato 12 eventi culturali, alla presenza dei massimi esponenti della comunità ecclesiale, delle istituzioni nazionali e del mondo scientifico. Primo fra tutti il National Day dell’11 giugno, che ha visto la presenza del commissario del Padiglione S.Em. Card. Gianfranco Ravasi, seguito dalla presentazione dell’Enciclica di Papa Francesco con il card. Angelo Scola, agli eventi della CEI con il card. Angelo Bagnasco e mons. Nunzio Galantino, alla vista a Expo del Segretario di Stato Vaticano il card. Pietro Parolin, fino ai diversi incontri e convegni promossi dai partner scientifici del Padiglione, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma e Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Per la gestione del padiglione sono stati impegnate complessivamente 150 persone tra guide, team leader, custodi, addetti all’accoglienza (personale in gran parte volontario), che si sono alternati in questi mesi e hanno fatto sentire protagonista ogni visitatore, accompagnandolo nella visita.
All’interno del Padiglione è stata inoltre promossa, seguendo le indicazioni di Papa Francesco, una raccolta fondi per sostenere soprattutto le donne e i bambini presenti nei campi profughi dell’area mediorientale. Nel padiglione non si è svolta alcuna attività commerciale, né si sono venduti cibi o bevande. È stato comunque possibile avere un ricordo della visita al Padiglione della Santa Sede: all’uscita ai visitatori veniva offerto un magnete con l’effige di Papa Francesco: 1 milione i magneti distribuiti, oppure l’Enciclica “Laudato Si’” di Papa Francesco in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo. Sono 10mila le encicliche diffuse con il corrispettivo di un’offerta.
La Chiesa in Expo si è dotata anche di un mensile free-press, NoiExpo, realizzato da Avvenire e Famiglia Cristiana con l’Ufficio comunicazione Chiesa in Expo per approfondire i temi dell’Esposizione Universale e per raccontare la presenza della Chiesa a Expo.5 numeri da 40 pagine formato tabloid, stampati ognuno in 500 mila copie e distribuiti gratuitamente al padiglione della Santa Sede, all’Edicola Caritas, nelle parrocchie, nei pressi delle principali stazioni della metropolitana di Milano. Il profilo ufficiale Twitter del Padiglione è stato seguito da oltre 2.200 follower.
Con i suoi 250mila visitatori, l’Edicola Caritas è stata invece il cuore pulsante della Caritas all’Esposizione universale, il luogo in cui è stato rappresentato il tema “Dividere per moltiplicare”, l’apparente paradosso, che ispira l’azione di Caritas nel mondo per nutrire coloro che nel pianeta hanno fame. Al contrario di quanto avvenuto in altri padiglioni, l’Edicola Caritas non ha messo in scena il cibo ma chi il cibo non ce l’ha, attraverso un percorso fatto di più tappe: l’opera Energia di Wolf Vostell, la torre delle monete emblema della iniqua distribuzione delle risorse, le mostre fotografiche della Fondazione Ente dello Spettacolo “Cibo e Cinema” e di Caritas Internationalis sul contributo delle donne per lo sviluppo. Un percorso guidato, grazie all’impegno lungo i sei mesi di 171 volontari e 14 giovani in servizio civile ed infine arricchito da 400 video messaggi in diverse lingue registrati dagli stessi visitatori.
La presenza di Caritas in Expo è stata poi caratterizzata da momenti di grande partecipazione. All’inizio, il 19 maggio, il Caritas Day, la grande parata lungo il Decumano dei delegati delle Caritas nazionali provenienti da tutto il mondo, preceduto il giorno prima in piazza Duomo a Milano da un grande spettacolo di arte, cultura e fede “Tutti siete invitati”, che ha portato davanti alla Cattedrale50mila persone e 1 milione di spettatori per la diretta di Tv2000.
Il 4 ottobre, in occasione della festa di San Francesco d’Assisi, la grande tavola di fraternità, la “Mensa dei Popoli” che ha visto pranzare insieme in Expo 3mila persone, oltre la metà delle quali provenienti dalla mense dei poveri di tutta la Lombardia. In mezzo a questi due grandi eventi il palinsesto culturale. 11 convegni con esperti nazionali e internazionali in cui si sono toccati tutti i temi più scottanti: il diritto al cibo, i conflitti dimenticati, le migrazioni forzate, lo sfruttamento del lavoro agricolo, i paradossi del sistema alimentare. E ancora 7 dialoghi-testimonianza sull’eredità di Expo con i protagonisti del dibattito pubblico, ogni venerdì, nei mesi di settembre e ottobre.
Expo è stata poi per Caritas il palcoscenico da cui lanciare proposte a livello internazionale e locale. Dall’aiuto ai piccoli agricoltori responsabili del 70% del cibo che consumiamo, ma minacciati dai cambiamenti climatici, dal land grabbing, dalle speculazioni finanziare; all’introduzione in Italia del Reddito di inclusione sociale come misura strutturale per sconfiggere la povertà.
Nel semestre espositivo, Caritas ha poi promosso progetti ed iniziative fuori Expo. Il Refettorio Ambrosiano, ideato da Massimo Bottura e Davide Rampello ha trasformato in 6 mesi 10 tonnellate di eccedenze alimentari provenienti da Expo in 11.800 pasti di qualità offerti quotidianamente a persone fragili inserite nei programmi di accompagnamento di Caritas Ambrosiana. Un lascito di Expo che proseguirà anche dopo il termine dell’Esposizione. In agosto è partita Cena Sospesa: le donazioni dei clienti raccolte nei 28 ristoranti di Milano che hanno aderito all’iniziativa, hanno permesso alla Caritas di distribuire in un mese 1300 buoni pasto da 5 euro a persone impegnate in corsi di riqualificazione professionale o in tirocini.
“Caritas è stata una delle organizzazioni della società civile che per la sua dimensione internazionale ha potuto partecipare ad Expo alla pari di un Paese, dunque con un proprio spazio autonomo sul Decumano. Nella storia delle esposizione è stata la prima volta che è accaduto. E
credo che sia stato un vantaggio per tutti – osserva Luciano Gualzetti, vicedirettore di Caritas Ambrosiana -. Noi abbiamo avuto la straordinaria opportunità di far arrivare la voce dei poveri che incontriamo nel mondo e di portare anche fisicamente gli esclusi ad Expo. Il nostro ruolo di coscienza critica, mettendo in luce anche i limiti di Expo, ha fatto bene alla stessa esposizione. Trattare la società civile in modo paritetico, non relegandola in un solo padiglione, penso che sia ciò che ha fatto dell’Expo di Milano un modello per le esposizioni del futuro”.
Finita Expo il Padiglione della Santa Sede sarà smantellato, ma tutto ciò che è al suo interno troverà nuova vita. L’arazzo di Rubens tornerà al Museo Diocesano di Ancona; gli arredi e gli allestimenti interni saranno riallestiti e riutilizzati, come le scritte affisse sulle pareti esterne, che sono già state chieste da una parrocchia di Milano. Le iniziative della Chiesa in Expo nate nel semestre proseguiranno. Oltre a Refettorio Ambrosiano continuerà la Cena Sospesa, con una campagna di comunicazione che la rilancerà. L’opera Energia, dell’Edicola Caritas, tornerà al Museo Vostell a Malpartida in Spagna. I filoni di pane, avvolti nei giornali, che cingono la Cadillac, saranno messi all’asta su Ebay come gadget-ricordo per finanziare il Refettorio. Mentre l’Edicola sarà smontata per rivivere altrove, sempre come percorso tematico sulla condivisione.