Cardinal Mauro Piacenza JCD

WIKIMEDIA COMMONS

“Tra la Terra e il Cielo”: il cardinale Piacenza spiega il Giubileo della Misericordia

Intervista al Penitenziere Maggiore in vista dell’Anno Santo

Share this Entry

Che cos’è il Giubileo? Come si distingue da quello celebrato dalle comunità ebraiche nei tempi antichi? Perché Papa Francesco ha indetto l’Anno Santo straordinario sul tema della Misericordia? E che cos’è la Misericordia? Che cosa significa rimettere i peccati? Chi ha dato alla Chiesa questo potere? Perché è stata scelta la data dell’8 dicembre per dare inizio al Giubileo sulla Misericordia? Per sipondere a queste ed altre domande ZENIT ha intervistato il cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere Maggiore presso il Tribunale della Penitenzieria Apostolica.

***

Siamo ormai alle porte del grande Giubileo Straordinario indetto da Papa Francesco. potrebbe spiegarci cos’è un Anno giubilare? 

Il Giubileo è un tempo “apocalittico”, nel senso etimologico del termine; un tempo cioè di “rivelazione” della Realtà vera, del nuovo significato e valore, che il Cristianesimo conferisce alla vita umana, al “tempo presente”. Nell’antichità ebraica, il Giubileo consisteva in un anno, ogni cinquanta, inaugurato dal suono di un corno di ariete – in ebraico yobel – e durante il quale si attendeva questa “novità” di vita, con gesti simbolici e concreti, quali il riposo della terra, la restituzione dei terreni confiscati e la liberazione degli schiavi. Solo nel Cristianesimo, però, questo riposo, questa riconciliazione, questa liberazione trovano pieno e definitivo compimento! Il Cristianesimo, infatti, l’ingresso cioè di Cristo nel mondo e nella storia, il rivestirsi della nostra povera umanità da parte del Figlio di Dio, conferisce al tempo un valore nuovo, un valore infinito! Ogni istante, da quando Dio si è fatto Uomo, è morto ed è risorto, è divenuto “occasione” del rapporto con Lui, dell’Incontro vivo e vivificante con Lui, e dell’offerta a Lui della propria vita. Quello giubilare, perciò, è un Anno, nel quale il nostro tempo, inteso in senso cronologico, viene come “assorbito” in un’altra unità di misura, quella della grazia. Nell’Anno giubilare, la Chiesa, quale Madre amorosa, si adopera per moltiplicare le “occasioni di grazia”, sopratutto per quanto riguarda la remissione dei peccati, mediante la Confessione sacramentale! A simboleggiare questo ingresso in un tempo di speciale grazia, viene compiuto il rito di inizio del Giubileo: l’apertura della Porta Santa.

Il Giubileo avrà inizio l’8 dicembre prossimo, Solennità dell’Immacolata. Perché la scelta di questa data?

Il Papa ha voluto questa data per celebrare una ricorrenza particolarmente significativa per la storia più recente della Chiesa: la conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II. Molti sono i frutti di grazia che il Signore ha donato tramite l’ultima assise conciliare – si pensi, solo a mo’ di esempio, al potente richiamo alla santità per tutti i battezzati e alla grande fioritura dei Movimenti ecclesiali -, ma molte ancora sono le ricchezze racchiuse nei suoi testi e che domandano di essere adeguatamente studiate, comprese e recepite nella vita della Chiesa. In fondo, specialmente i Pontificati di San Giovanni Paolo II, del Santo Padre emerito Benedetto XVI e di Papa Francesco sono attraversati da questa opera di promozione della corretta ricezione dei testi conciliari. Inoltre, questa data “mariana” di inizio del Giubileo ci chiama tutti a fissare gli occhi ed il cuore nell’Immacolata, Madre e Modello della Chiesa, e Pre-redenta, cioè prima Salvata in vista dei futuri meriti di Cristo, fin dal suo concepimento. Sappiamo che la Chiesa intera e, in essa, le nostre stesse vite sono nelle sue mani, sotto la sua protezione e dalla sua “onnipotenza supplice”attendiamo tutti i doni di grazia oggi più necessari, per servire Cristo, l’unico, vero Signore del cosmo e della storia.

Papa Francesco ha dedicato questo Anno Giubilare sul tema della Misericordia, che, fin dai primi istanti, ha occupato un ruolo centrale nel suo Pontificato. Cosa si deve intendere con questa parola, che cosa è propriamente Misericordia e cosa, invece, non lo è?

Be’, cominciamo, come fa San Tommaso, col dire cosa “non è” Misericordia. Misericordia non è cieca tolleranza, non è giustificazione del peccato e, sopratutto, non è un diritto. La Misericordia non è tolleranza, in quanto non si limita a “sopportare” il peccatore, lasciando che continui a peccare, ma denuncia apertamente il peccato, e proprio così ama il peccatore: riconosce che questi non consiste del suo peccato, ma è di più; porta le sue azioni alla luce della verità, la verità tutta intera; e gli offre, in questo modo, la salvezza. La Misericordia, poi, non giustifica il peccato, in virtù delle circostanze socio-culturali, politico-economiche, o personali che siano, ma stima a tal punto l’uomo, da domandargli conto di ogni sua azione, riconoscendolo, così, “responsabile” davanti a Dio. La Misericordia, infine, non è un diritto, non può essere pretesa, cioè, per il solo fatto di esistere; questo infatti sono i diritti: qualcosa di dovuto all’uomo per il solo fatto che egli è, che egli esiste. La Misericordia, invece, non può essere pretesa nè nei confronti di Dio, nè nei confronti della Chiesa, Ministra della divina Misericordia.

Veniamo ora a cosa la Misericordia propriamente sia. La Misericordia è anzitutto una realtà, viva e vera, immutabile e per sempre, che viene incontro all’umana miseria, per un mistero di assoluta e divina libertà, e “salva” questa umana miseria, non cancellandola, o ignorandola e nemmeno dimenticandola, ma facendosene “personalmente” carico. Nelle splendide celebrazioni della Settimana Santa, che si svolgono nel Sud della Spagna, come anche in tanti altri luoghi dove è fervente la pietà popolare, quando il Cristo morto viene condotto processionalmente fuori della chiesa, dal popolo raccolto in preghiera, si leva sovente una voce commosso e di profonda pietà, che grida: “La Misericordia!”. Ecco, la Misericordia è una Persona, è Cristo! Incarnato, Morto e Risorto. Egli vuole intessere con ciascun uomo un personale rapporto di verità e di amore, e tutto questo, dalla nostra prospettiva di poveri peccatori, stupiti e meravigliati, si chiama: “Misericordia”.

Dove possono trovare oggi la Misericordia gli uomini? E c’è un limite alla Misericordia divina? Esistono peccati tanto gravi da non poter essere perdonati?

Questa Misericordia si trova, con certezza, laddove Cristo stesso ha voluto dare appuntamento all’uomo: nella propria Carne! Questa Carne di Cristo, Risorta e Viva, è misteriosamente prolungata, per la potenza dello Spirito Santo, dalla Chiesa, che è il Suo Corpo Mistico. Nella Chiesa, attraverso quegli uomini che Cristo stesso ha scelto, chiamato e costituito ministri, la Misericordia attende i peccatori e va loro personalmente incontro nei Sacramenti, specialmente quelli della Riconciliazione e dell’Eucaristia. Tutti i Sacramenti – e la Chiesa stessa – sono opera della Misericordia di Cristo, in quanto, per loro tramite, Egli non solo “rimuove” il peccato, ma attira i peccatori dentro una pienezza di Vita, immeritata ed impensabile, tanto da renderli, insieme a Lui e “dentro” di Lui, figli di Dio. Questo avviene, anzitutto, tramite il Battesimo. I fratelli Ortodossi direbbero che l’uomo viene “divinizzato” da Cristo. Il Sacramento della Riconciliazione, poi, rinnova il Dono del nostro Battesimo, rimuovendo ciò che lo contraddice, o che vi si oppone: il peccato. Questa Misericordia Divina, che è Cristo, è sconfinata quanto il Suo Amore, che è lo stesso Amore del Padre. Eppure, nonostante questo, essa conosce un limite, uno ed uno solo, che coincide con quel limite, che Dio stesso ha voluto porre alla propria Onnipotenza: la libertà dell’uomo. Se l’uomo non accetta e non si apre alla Misericordia che Dio gli offre, ma, con le proprie scelte e i propri atti concreti, la rifiuta, Dio non la impone. Egli però, con divina pazi
enza, senza mai stancarsi – ci ripete Papa Francesco – attende che l’uomo si converta, lungo il tempo del pellegrinaggio terreno, ed offre tutte le grazie necessarie perché ciò avvenga.

E quando termina il tempo di questo pellegrinaggio terreno, cosa accade?

Quando giunge il momento, fondamentale e sacro – oggi troppo dimenticato -, del “trapasso”, si apre per l’uomo il cosiddetto Giudizio particolare: l’anima, temporaneamente spogliata del suo corpo, si trova al cospetto di Cristo, Giudice Giusto e Salvatore, che la valuta, non anzitutto in base alle sue convinzioni soggettive e nemmeno rispetto alle circostanze nelle quali si è trovato a vivere, ma secondo le sue opere, secondo l’orientamento ultimo che le opere hanno conferito al suo cuore. Il trapasso, in fondo – e così lo stesso destino eterno -, non è altro che un’improvvisa “dilatazione”, potremmo dire una “eternizzazione” del nostro ultimo “istante presente”, che, spogliato dallo scorrere del tempo, si troverà dinanzi alla Luce e alla Verità di Cristo, in quella stessa “posizione interiore” che avevamo maturato sulla terra. Delle opere giudicate da Cristo, ovviamente, sono parte integrante l’aver chiesto e ottenuto misericordia per i propri peccati, l’essere stati misericordiosi noi stessi nei confronti del nostro prossimo e l’aver perseverato nella preghiera. Il Giudizio particolare, cui seguirà, alla fine dei tempi, il Giudizio Universale e la Risurrezione della carne, immette immediatamente – potremmo dire – l’anima nella sua condizione ultima: da una parte, si ha la Salvezza eterna, che può vederci subito immersi nella visione beatifica di Dio in Paradiso, insieme a tutti i santi, cui è dedicata la prossima Solennità, oppure vederci passare per il fuoco purificante del Purgatorio; dall’altra, invece – Dio non voglia! – la perdizione eterna, che chiamiamo Inferno.

La realtà del Purgatorio sembra essere oggi particolarmente dimenticata in molta parte della predicazione; crede sia ancora attuale parlarne? Cosa può dire  all’uomo di oggi?

Che nulla di ciò che riguarda la nostra persona è privo di importanza agli occhi di Dio. La realtà del Purgatorio, sempre attuale perché sempre vera, afferma che Dio ha una tale infinita “stima” per la creatura umana e prende così “tremendamente” sul serio la nostra libertà creata, da – potremmo dire – “obbedirle”. Egli, leggiamo nel Libro di Ezechiele, non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva (cf. Ez 33,11). Eppure, nonostante Dio voglia solo donare la vita all’uomo, Egli ha deciso di rispettarne la libertà, a tal punto da permettergli di decidere anche di “rifiutare” definitivamente il Suo Amore, oppure di accoglierlo nella misura cui acconsente, sempre con la sua libertà, che si documenta nelle opere. Qualora questa “apertura ultima” del cuore non fosse ancora totale, sebbene chiaramente orientata alla Verità di Dio, allora l’anima avrebbe bisogno di una ulteriore “dilatazione”, di lasciarsi cioè preparare alla visione di Dio dalla fiamma viva del Suo Amore, come spiega il trattato della grande Santa e Teologa del Purgatorio, Caterina da Genova, e come ha insegnato il Santo Padre Emerito, nella sua seconda Enciclica, Spe Salvi (cf. Spe Salvi, 48). Per quanti sono in Purgatorio, però, essendo terminato il tempo della libertà, non vi è più possibilità alcuna di “meritare”, di collaborare cioè volontariamente con la Grazia di Cristo. Questi fratelli possono solo “ricevere” tale grazia, che viene ottenuta dalla preghiera della Chiesa, la cosiddetta “preghiera di suffragio”, che consiste, particolarmente, nell’offerta del Sacrificio Eucaristico, nelle opere di carità e nell’elemosina. Protagonisti di questa preghiera, poi, sono anzitutto Maria Santissima, Icona perfetta della Chiesa e Dispensatrice di ogni grazia, e poi noi, che in virtù del Battesimo viviamo in comunione con i fedeli di tutti i tempi. 

Quindi anche il suffragio è una forma di misericordia? E chi può trarne beneficio?

Certamente il suffragio è una insostituibile opera di Misericordia! Esso si radica anzitutto e sempre nella Misericordia di Cristo, che solo può salvare e purificare il cuore dell’uomo, ma che, nella Sua Bontà, associa noi alla sua opera di Salvezza, rendendocene così “cooperatori”. Anzitutto in questa cooperazione, in questo essere associati all’Opera di Cristo, vi è il primo, esaltante beneficio: veniamo conformati al Signore, diveniamo più partecipi del Suo pensiero e dei Suoi sentimenti. Ne trae beneficio, poi, la nostra fede, perché si estende maggiormente alle realtà invisibili e, così, si “irrobustisce”. Infine ne traggono beneficio sicuro traggono, le anime purganti, che ricevono il “refrigerio” del nostro suffragio, fino alla loro definitiva liberazione. Tale opera è tanto grande ed indispensabile, che la Chiesa, in occasione della Commemorazione di tutti i Fedeli Defunti, che celebreremo il prossimo 2 novembre, la arricchisce con il dono dell’indulgenza plenaria, della remissione cioè di tutte le pene temporali conseguenti il peccato, che “trattengono” l’anima in Purgatorio. Sarà possibile lucrare l’indulgenza, per i soli fedeli defunti in questa circostanza, alle consuete condizioni: Confessione sacramentale, negli otto giorni precedenti o successivi, la Comunione, la preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, il distacco da qualsiasi peccato, anche veniale, e la visita al cimitero dall’1 all’8 novembre, o alla chiesa parrocchiale, dal pomeriggio dell’1 alla sera del 2 novembre. Questa, in fondo, è proprio la Misericordia di Cristo: attraversa il Cielo e la terra, tutto raccoglie in unità, soccorre gli uomini nel tempo e li prepara per il Paradiso, non ne mortifica la libertà, ma anzi la esalta ad altezze prima impensabili, chiamandola a lasciarsi amare, ad amare in Lui e con Lui, e così cooperare alla Sua stessa Opera di Salvezza. Ci insegni Maria Santissima, Madre di Misericordia a cercare la Misericordia, ad amare la Misericordia, a vivere così davvero la Misericordia!

 

 

Share this Entry

Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione