Si è tenuto domenica scorsa ad Acireale, al PalaTupparello, il primo meeting regionale sulla famiglia, organizzato dal comitato “Uniti per la Famiglia” presieduto da Elena Giuffrida. L’evento, apolitico ed apartitico, si è avvalso della fruttuosa collaborazione con le associazioni pro life presenti sul territorio e dell’apporto dell’Alleanza Evangelica Italiana. Fitto il programma e ricco di ospiti di calibro internazionale.
Ad aprire i lavori della giornata di informazione e condivisione dei valori che hanno dato vita al meeting, è stato l’avv. Giancarlo Cerrelli, che ha illustrato la questione della famiglia non solo da un punto di vista giuridico, ma anche antropologico, partendo dall’affermazione che l’essere umano, nella società liquida contemporanea, è come una monade. Una società talmente relativista in cui tra i diritti più tutelati vi è quello dell’aborto.
Introducendo il caso più famoso di utero in affitto, che ha per protagonista Elton John, Cerrelli ha lasciato la parola ai senatori Alessandro Pagano (NCD) e Lucio Malan (FI), e all’on. Dipasquale, deputato all’ARS (PD) che hanno illustrato le iniziative parlamentari e regionali, in merito al registro delle unioni civili, la problematica legislativa relativa alla regolamentazione delle unioni tra persone delle stesso sesso (DDL Cirinnà) ed alle sue conseguenze come la GPA e la stepchild adoption.
È stato un intervento propositivo, in cui la platea è stata invitata e sollecitata a supportare quei politici che si battono per difendere e tutelare la famiglia. Di tutela dei minori si è occupato don Fortunato Di Noto che cura l’Associazione Meter impegnata nella difesa dei bambini abusati, riportando dati allarmanti che riguardano soprattutto il web: 95.882 video e 3 miliardi di portali pedopornografici, mentre 1.500 le vittime ascoltate dall’associazione.
Don Di Noto ha ricordato che ognuno di noi è quel bambino abusato perché “è il bambino che fa la famiglia. Ed il mondo non cambia perché non prova più vergogna”. In una prospettiva di intenti comuni in difesa della famiglia è intervenuto il rev.do Thomas Schirrmacher, presidente della commissione teologica dell’Alleanza Evangelica mondiale per il quale quello della famiglia è un problema globale che può essere affrontato in un’ottica ecumenica dal momento che la famiglia, intesa cristianamente, è quella in cui vige la complementarietà tra uomo e donna, la difesa di essa, dunque, passa attraverso il dialogo e l’ascolto anche tra religioni differenti.
Il problema dell’ideologia gender, è stato affrontato dall’avvocato Gianfranco Amato, autore del libro Gender (D)Istruzione. Il suo intervento è stato impostato prendendo in considerazione le modalità di diffusione della gender theory da un punto di vista legislativo, con il DDL Scalfarotto; giudiziario, citando la sentenza del Tribunale di Messina n° 2649/201, che avalla la richiesta di modifica dei documenti di un giovane senza l’avvento del cambio di sesso; culturale con un lungo reportage di articoli, copertine di riviste, servizi pubblicitari etc. che inneggiano al genderfluid, cioè alla percezione di sé come né maschio, né femmina, procedendo verso una vera e propria asessualità della società.
Gilberto Gobbi, in qualità di psicologo e sessuologo, ha illustrato il problema dell’identità sessuale rispetto all’identità di genere, della diversità completare tra maschile e femminile che ha valenza biologica e non modificabile, a cui si aggiunge quella psicologica. Raffaella Frullone e Filippo Savarese, come referenti rispettivamente de Le Sentinelle in Piedi e de La Manif Pour Tous Italia, e il prof. Giuseppe Rizza, come dirigente scolastico, hanno rinnovato la necessità di un impegno attivo, di coinvolgimento e di partecipazione, invitando alla mobilitazione.
A chiusura della lunga giornata di incontro, Giorgio Ponte, professore di religione ed autore del romanzo Io sto con Marta, ha portato la sua testimonianza di vita. Ponte è un giovane con tendenza omosessuale (definizione che preferisce al semplicistico “omosessuale”) ed ha raccontato la sua esperienza di fede e di accoglienza nella Chiesa stessa, facendo cadere quel cliché giornalistico e mediatico per cui essere credenti sia incompatibile con l’omosessualità e viceversa.
Lo scrittore ha parlato della sua “esperienza di carne”, tra cadute, paure, timori e dolore è riuscito a trovare il volto di Dio, senza il quale a sua detta, oggi sarebbe morto interiormente, sottolineando l’importanza di quella che papa Francesco chiama “Chiesa in uscita”, cioè pronta ad accogliere senza tabù e perbenismi le persone omosessuali ed a considerare la fragilità e la ferita del peccato a prescindere dal proprio orientamento sessuale: “non è l’eterosessualità a rendere santi”.
Una testimonianza che smonta ogni critica strumentale sulle intenzioni di tutti coloro che operano attivamente in difesa della famiglia, del matrimonio e dei diritti dei bambini. Il comitato organizzativo, adesso, può raccogliere i frutti di questo evento pienamente riuscito per le prossime battaglie.