Un accordo sul clima che preservi il futuro da una catastrofe ambientale e che aiuti i più poveri. È l’obiettivo dell’appello siglato da cardinali, patriarchi e vescovi, rappresentanti delle Conferenze Episcopali continentali, indirizzato al Cop 21, la XXI «Conferenza delle parti» sul cambiamento climatico che avrà luogo a Parigi dal 30 novembre all’11 dicembre 2015. La conferenza è organizzata dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), un trattato ambientale creato dalla Conferenza sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite (UNCED) con l’obiettivo di concludere, per la prima volta in oltre 20 anni di mediazione da parte delle Nazioni Unite, un accordo vincolante e universale sul clima, accettato da tutte le nazioni.
L’Appello – presentato oggi in Sala Stampa vaticana – è promosso dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e si ispira naturalmente alla Lettera Enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco, con la quale il Pontefice, di fronte al deterioramento globale dell’ambiente, si è rivolto a ogni persona che abita questa Terra. Inoltre, è bene precisare che la Dichiarazione oggi firmata richiama anche i contenuti dei discorsi rivolti da Papa Francesco ai Ministri per l’Ambiente dell’Unione Europea, il 16 settembre, e alle Nazioni Unite, il 25 settembre 2015.
Nel corso della conferenza stampa, introdotta da padre Federico Lombardi, sono intervenuti nelle loro lingue di appartenenza alcuni rappresentanti delle Associazioni Continentali di Conferenze Episcopali che hanno firmato il comune Appello in rappresentanza della Chiesa Cattolica dei cinque continenti: per primo ha preso la parola il card. Oswald Gracias, presidente della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (FABC), arcivescovo di Bombay (India), il quale ha detto che è necessario fare di tutto per evitare un disastro futuro.
Hanno quindi fatto seguito gli interventi del card. Rubén Salazar Gómez, presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM), arcivescovo di Bogotá (Colombia); di mons. John Ribat, M.S.C., presidente della Federazione delle Conferenze Episcopali di Oceania (FCBCO), arcivescovo di Port Moresby (Papua Nuova Guinea); e di mons. Jean Kockerols, primo Vice-Presidente della Commissione degli episcopati della Comunità europea (COMECE), vescovo Ausiliare di Mechelen-Brussel.
Presente alla conferenza in veste di inviato speciale il prof. Jean-Pascal van Ypersele de Strihou della Université Catholique de Louvain, già vice-presidente dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che ha che la questione climatica nella sua urgenza deve essere affrontata come uno dei drammi più impellenti dell’epoca moderna.
Presentando l’Appello in nome della Chiesa cattolica dei cinque continenti, i firmatari – ponendosi sulla stessa strada della Laudato Si (Enciclica tanto ecologica quanto sociale) e rivolgendosi ai credenti e a quanti non credono – hanno avanzato una proposta politica su dieci punti, formulata sulla base dell’esperienza concreta delle persone attraverso i vari continenti e associando i cambiamenti climatici all’ingiustizia e all’esclusione sociale dei più poveri e dei più vulnerabili.
Sfide e opportunità, inclusione dei più bisognosi, necessità di una leadership coraggiosa e creativa che si ponga alla guida della nuova costruzione della “casa comune”, sono i punti principali affrontati e condivisi nell’Appello, ai quali – tra l’altro – si somma la richiesta responsabile di un accordo vincolante che tenga a mente oltre alle dimensioni tecniche anche quelle etiche e morali dei cambiamenti climatici e che riconosca pertanto il clima e l’atmosfera come beni comuni globali da preservare e custodire.
“Il danno al clima e all’ambiente ha enormi ripercussioni”, scrivono cardinali, patriarchi e vescovi da ogni parte del mondo al summit di Parigi, “il problema sorto a seguito della vertiginosa accelerazione del cambiamento climatico è globale nei suoi effetti e ci sfida a ridefinire le nostre nozioni di crescita e progresso. Rappresenta una questione di stile di vita. A causa delle sue dimensioni e della sua natura globale, l’impatto del clima ci obbliga a trovare una soluzione che sia consensuale e ci invita ad una solidarietà universale, ‘intergenerazionale’ ed ‘intragenerazionale’”.
Per i firmatari il raggiungimento di giuste soluzioni richiederebbe una seria consapevolezza e una degna educazione ecologica. Non è un caso che il documento si rivolga principalmente ai governanti che prenderanno parte alla Cop21: “Ci uniamo al Santo Padre – si legge nel testo – nell’implorare un grande passo avanti a Parigi, per un accordo globale e generatore di un vero cambiamento sostenuto da tutti, basati su principi di solidarietà, di giustizia e di partecipazione. Questo accordo deve anteporre il bene comune agli interessi nazionali. È essenziale anche che i negoziati si concludano con un accordo vincolante che protegga la nostra casa comune e tutti i suoi abitanti”.
La dichiarazione si conclude con una preghiera per la terra, sulla base della Laudato Si – Sulla cura della casa comune, affinché Dio insegni all’uomo di prendersi cura del Creato e ispiri i leader politici nel corso dell’incontro di Parigi2015.