Pilgerzentrum Roma ospita fino al 28 novembre la mostra dell’artista bulgaro Nikolay Deliyanev ‘’Ave Crux Spes Unica’’, ad ingresso libero, a cura di Wilmer Herrison. ZENIT ne ha parlato con l’artista, nato in Bulgaria che vive ed opera a Roma. La mostra comprende 20 opere nello stile di Optical Art, dipinte con acrilico su tela che hanno ricevuto numerosi riconoscimenti tra i quali Vibrafusion 001, Primo Premio assoluto della Città di Narni nella settima edizione. Ci sono anche 41 lavori in acquerello dipinti in passato. Il simbolo della mostra è un’opera a cui l’artista è molto legato: rappresenta Gesù Crocifisso, donato anche alla Chiesa Bulgara a Roma.
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Può presentarsi ai nostri lettori?
Sono nato in Bulgaria nel comune di Sandanski. Amo dipingere fin da piccolo, non andavo ancora a scuola, ma già coloravo i muri! Ho studiato arte presso la Scuola “SS. Cirillo e Metodio “, nel comune di Blagoevgrad. Ora vivo a Roma, città che ha risvegliato in me il desiderio di ricreare il mio esprit attraverso le linee. Il mio linguaggio personale, pieno di colore, ritmo e movimento, è caratterizzato da astrazione lirica e materia, dal momento che il colore è l’elemento principale. Esso è in grado di trasmettere allo spettatore quell’energia pulita che caratterizza la mia identità culturale di artista. Il movimento è l’elemento di ispirazione nel mio processo creativo, dove ogni linea provoca sensazioni ed energie diverse.
Quale importanza ha la fede nel suo lavoro?
Nel rapporto tra arte e fede c’è un forte collegamento. Io sono molto religioso ed è una cosa che mi appartiene. Per me è stato facile e piacevole creare immagini sacre, sembra di essere in contatto spirituale con l’opera che sto dipingendo. Ho anche dipinto Santa Petka, una santa bulgara per mia madre, Gesù Crocifisso per la mia parrocchia e altre opere. Tutto con molto amore e fede.
Ho creato Ave Crux Spes Unica pochi giorni prima di Pasqua, sono andato in chiesa e ho sentito un forte desiderio di realizzarla: il giorno stesso ho cominciato il lavoro. La sera sono andato a casa mia vicino al Crocefisso, ho pregato Dio e ho parlato con Lui dicendogli che volevo dipingere proprio Lui e che volevo fare un capolavoro. Ho iniziato con molta energia e passione perchè sentivo un contatto diretto con Gesù, come se fossi in comunicazione. Questo mi ho dato tanta gioia. Ho voluto fortemente donare l’opera alla Chiesa Bulgara di Roma perché sentivo che il suo posto era proprio lì. L’ho portata il giorno di Venerdì Santo ed è stata accolta con grandissimo piacere dal parroco della chiesa San Paolo alla Regola. Mi ha dato molte soddisfazioni e per questo ho voluto che fosse il simbolo della mia prima personale.
Ha altri progetti imminenti?
Da qualche mese sto progettando una croce in legno di due metri con dipinto in stile icona bizantina. Ho iniziato a studiare iconografia per creare al meglio l’opera. Tutto è successo parlando con un Padre bulgaro di nome Emil. Mancava un crocefisso nella chiesa e, subito, mi è venuta una forte ispirazione e un grande desiderio di creare quest’opera con tanto amore, fede e passione. Per me sarà una sfida perché non ho mai fatto prima una icona dipinta su legno, ma sento dentro gioia ed entusiasmo. Mi preparo anche alla partecipazione alla prossima Biennale di Roma.