Alta tensione a Gerusalemme, dove il sangue continua a bagnare il selciato. Nelle scorse ore sono avvenuti tre attentati contemporaneamente. Nel quartiere Armon Hanatziv un pullman è stato assalito da due uomini armati di coltelli e armi da fuoco, che hanno provocato il ferimento di 16 passeggeri. Morto invece uno degli uomini investiti da un’auto mentre aspettavano un autobus sul marciapiede. A Raanana, a nord di Tel Aviv, sono stati accoltellati in modo leggero almeno altri due israeliani.
Il bilancio confermato dalla polizia dei due attacchi di Gerusalemme è dunque di tre morti, tra cui un assalitore palestinese, e di oltre 20 feriti. L’intensificazione degli attentati è già stata chiamata “Intifada dei coltelli”. Non si è fatto attendere l’intervento del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha indetto per oggi pomeriggio una riunione d’emergenza del comitato ministeriale di sicurezza nazionale. Luba Salmi, portavoce dell’Esecutivo, ha detto che potrebbero essere prese misure drastiche come l’isolamento dei quartieri palestinesi a Gerusalemme Est e un ammorbidimento delle regole sul porto d’armi per consentire agli israeliani di difendersi.
Prosegue intanto la violenza anche a Gaza. Ieri l’esercito israeliano ha aperto il fuoco contro i manifestanti che marciavano verso il valico di Erez, provocando almeno 19 feriti, di cui uno in gravi condizioni. Domenica scorsa, all’alba, i caccia di Israele hanno colpito sempre a Gaza due campi delle Brigate al-Qassam, ala militare di Hamas. Secondo quanto dichiarato da un portavoce del ministero della Sanità, Nour Hassan, l’attacco israeliano ha colpito anche una casa e ha ucciso una donna incinta al quinto mese di gravidanza e la sua figlia di due anni.