75 interventi di padri sinodali, in prevalenza europei, si sono susseguiti tra ieri pomeriggio e stamattina, in Aula Paolo VI. Durante la quarta, quinta e sesta Congregazione Generale del Sinodo, ha riferito padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede durante il briefing odierno in Sala Stampa, si è dibattuto in primo luogo della famiglia come “via concreta della presenza della Chiesa nella realtà e nella storia”, come “scuola di umanità di socialità, di vita ecclesiale, di santificazione”.
Un buon numero di interventi sono stati dedicati alla “spiritualità familiare”, con un’attenzione particolare al significato dei sacramenti dell’eucaristia e della riconciliazione in rapporto alla vita familiare, oltre che alla “vocazione al matrimonio” intesa come “una risposta ad una chiamata di Dio per le persone concrete”.
Tale vocazione matrimoniale, ha sottolineato padre Lombardi, non va vista come “inferiore” o “di secondo grado” rispetto al sacerdozio o alla vita consacrata ma “ugualmente degna e importante davanti a Dio”.
Altro tema fondamentale affrontato dai padri è la “missionarietà della famiglia” che si manifesta su vari fronti, dalla “formazione o preparazione al matrimonio” al “sostegno alle altre famiglie”. Si è parlato anche dell’importanza dei movimenti, delle associazioni e dei gruppi di vita familiare, nell’ambito della pastorale.
Una certo accordo si è riscontrato sul concetto di “misericordia” da non contrapporre alla “verità” o alla “giustizia” e sulla “accoglienza” che la Chiesa deve a “tutte le famiglie, specie quelle in difficoltà”, secondo la virtuosa sintesi tra il “proclamare il Vangelo” e l’“abbracciare le persone”.
Il tema della “indissolubilità” coniugale è stato trattato sotto diversi aspetti, ovvero come “affermazione profetica della Chiesa ma anche continuità con l’esigenza umana dell’amore tra uomo e donna che tende ad essere stabile e perpetuarsi”. L’amore coniugale, ha aggiunto Lombardi, “va presentato positivamente e non come un giogo”.
Sul tema dei matrimoni “interreligiosi”, il portavoce vaticano ha sottolineato come possano esservi esempi positivi e felici, come quello dei coniugi indiani – cristiana la moglie, induista il marito – che hanno reso testimonianza come uditori.
I padri sinodali hanno proseguito le sessioni affrontando le problematiche legate alla formazione al matrimonio dei giovani, alla partecipazione delle famiglie alla vita sociale e politica, alle migrazioni, alla povertà e anche alle storture che possono derivare da un’educazione sbagliata. In tal senso, la famiglia non va troppo “idealizzata”, in quanto al suo interno possono verificarsi cattivi esempi di corruzione, immoralità o addirittura comportamenti criminali, trasmessi dai genitori ai figli.
Riferendo delle problematiche legate alla poligamia, sollevate dai padri africani, Lombardi ha accennato all’“impegno pastorale” della vicinanza alle donne con che vivono questa condizione, afflitte come sono da “grande solitudine”.
Hanno preso parte al briefing anche il cardinale Baselios Thottunkal, arcivescovo maggiore di Trivandrum dei siromalankaresi e presidente della Conferenza episcopale dell’India, e padre Javier Alvarez-Ossorio, superiore generale della Congregazione dei Sacri Cuori, presente all’assemblea sinodale in rappresentanza delle congregazioni religiose.
“Mi chiedo sempre in che modo può sopravvivere la famiglia. Mi rendo conto che riusciamo a sopravvivere non perché siamo solo un’entità sociale ma perché la famiglia è un’entità, una forza spirituale che tiene giorno dopo giorno, che fa squadra”, ha detto il porporato.
Sottolineando che nella cultura indiana, la chiesa siromalankarese ha “un grande patrimonio”, il cardinale Thottunkal ha aggiunto che l’India è un paese che “si nutre della famiglia” e dove “bambini e anziani non vengono considerati un peso, ma il seme e il frutto della famiglia” stessa. Anche per questo, ha proseguito, “occorre riconoscere il ruolo dei genitori e dei nonni”, nella misura in cui questi ultimi “a volte vengono considerati inutili”.
Da parte sua, padre Alvarez-Ossorio ha richiamato l’importanza delle specificità delle chiese locali, le cui problematiche richiederebbero “soluzioni locali a livello di Conferenze episcopali o addirittura diocesi”.
“Sarebbe bene – ha aggiunto il superiore generale dei Sacri Cuori – che frutto del Sinodo non sia solo il documento finale, ma la messa in moto di una dinamica di Chiesa con la possibilità di assumere decisioni a livello locale”.