Cisgiordania: sale la tensione dopo la morte dei due giovani palestinesi

Due ragazzi di 18 e 12 anni uccisi negli scontri. Israeliani e palestinesi in contatto per frenare le violenze; Netanyahu ribadisce il pugno duro contro il terrorismo

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Avevano 18 e 12 anni i due ragazzi palestinesi uccisi negli scontri con l’esercito israeliano in Cisgiordania, Huthayfa Othman Suleiman e Abed al-Rahman Shadi Obeidallah. La morte dei due giovani – la prima avvenuta a Tulkarem, nel nord dei Territori, l’altra nei pressi del campo profughi di Aida vicino Betlemme- ha fatto salire ai massimi livelli la tensione nel paese. 

Mentre le autorità palestinesi accusano dell’uccisione del bambino “un cecchino dell’esercito israeliano”, l’esercito israeliano ha fatto sapere di aver aperto un’indagine sull’episodio e ha detto che nella repressione della “violenta e illegale manifestazione” sono stati usati mezzi non letali. Intanto Benjamin Netanyahu – che in serata ha tenuto il Consiglio di difesa – ha ribadito “il pugno duro” contro il terrorismo e contro chi istiga alla violenza”. Il premier israeliano ha inoltre annunciato le già note misure di sicurezza: maggiori truppe in Cisgiordania, demolizioni delle case dei presunti terroristi, arresti preventivi e provvedimenti nei confronti dei gruppi radicali dei coloni. 

L’esercito ha intanto confermato di aver arrestato cinque palestinesi, membri di una cellula legata da Hamas, ritenuta responsabile dell’omicidio dei coniugi israeliani Henkin in Cisgiordania lo scorso primo ottobre. Fonti ufficiali – citate dal quotidiano Times of Israel e da L’Osservatore Romano – rivelano inoltre che nelle ultime 24 ore israeliani e palestinesi sono stati in contatto nel tentativo di frenare l’ondata di tensione ed evitare di ripetere le scene viste ieri a Gerusalemme dove si sono verificati disordini, tafferugli e lanci di pietre. La Mezzaluna rossa ha già denunciato che sono stati 499 i palestinesi feriti negli ultimi due giorni in Cisgiordania: 41 colpiti da fucile, i restanti dalla inalazione di gas lacrimogeni usati dall’esercito. 
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ZENIT Staff

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