Culla che non vacilla

In una famiglia la radice da curare in modo assoluto è il rapporto d’amore tra marito e moglie.

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Spesso i giornali si fanno comprare non solo per le notizie sensazionali del giorno, ma anche per le lettere cubitali con cui sono presentati i titoli in prima pagina. Quel giorno spicca un titolo: Donna incinta si getta dal settimo piano. Il sottotitolo: esaurimento o tradimento?

Questo sottotitolo mi incuriosisce e mi induce a leggere tutto l’articolo.

Lasciata dal marito al settimo mese di gravidanza, mamma Livia non ha avuto più la forza di vivere, né di portare avanti la maternità.

Ma prima di mettere in atto il folle gesto ha scritto su un foglio di carta il motivo della sua disperata decisione e lo ha fatto rivolgendosi al piccolo che porta in grembo con queste parole: “Piccolo tesoro mio tu sai che tuo papà non è più con noi, se n’è andato…ora siamo soli…non abbiamo più motivo di vivere, e io non ho più la forza di portare a termine la maternità”. Grosso modo, se ben ricordo, erano queste le parole riportate dall’articolo del giornale.

Basta poco perché a chiunque balzino alla mente le conclusioni d’un simile dramma, del resto purtroppo così frequente. È proprio vero che in una famiglia la radice da curare in modo assoluto è il rapporto d’amore tra marito e moglie…I figli ben vengano perché così trovano una “casa riscaldata”, nascono in una “famiglia fondata sulla roccia”. Dormono in una culla che non vacilla.  

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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