“Le Nazioni Unite devono diventare una vera famiglia di nazioni e di popoli in grado di garantire l’incontro e la prosperità, un luogo in cui tutte le forme di guerra e di intervento unilaterale saranno per sempre vietate, non solo a parole, ma soprattutto nello spirito e nelle intenzioni di ogni autorità governativa”.
Lo ha detto ieri l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, al summit per adozione dell’agenda di sviluppo post-2015, nel corso del Dibattito Generale nel settantesimo anniversario delle Nazioni Unite, sul tema La strada per la Pace, la sicurezza e i diritti umani.
“Le Nazioni Unite”, ha sottolineato l’arcivescovo, sono chiamate “sempre più a servire come segno di unità tra gli Stati quale strumento di servizio per l’intera famiglia umana” e, di conseguenza, l’ONU rappresenta “la strada obbligata per la civiltà moderna e la pace mondiale”.
Monsignor Gallagher si è detto molto preoccupato della situazione di guerra presente in molti Paesi nel mondo ed ha ribadito che, “se i conflitti non saranno risolti, tutti gli sforzi per superare la povertà falliranno”.
La Santa Sede è seriamente preoccupata per le conseguenze globali dei conflitti; in particolare, “esprime profondo rammarico per le innumerevoli vittime di queste guerre, e si unisce a tutti coloro che soffrono”.
Pur riconoscendo come negli ultimi settanta anni le Nazioni Unite siano riuscite ad evitare un grande conflitto mondiale e lo scoppio di molte guerre tra Stati membri, monsignor Gallagher ha precisato che “ci sono attualmente almeno cinquanta conflitti o situazioni di conflitto latente, per non parlare delle azioni di terrorismo internazionale e di organizzazioni criminali, costituite in quasi-stati e come una sorta di comunità internazionale “alternativa”.
Il Rappresentante della Santa Sede ha indicato la tragedia della Siria, con le sue migliaia di morti, i suoi milioni di sfollati, e le sue tremende conseguenze per la stabilità nella regione. I conflitti di Libia, nella regione dei Grandi Laghi, nel Sud Sudan, nell’Ucraina e gli innumerevoli casi di violazione del diritto umanitario e la guerra atipica condotta dai trafficanti di droga e da altri gruppi criminali.
Ed ha aggiunto: “Si tratta di una ironia amara che il settantesimo anniversario dell’Organizzazione delle Nazioni Unite è accompagnato da un esodo di popoli, che è il più grande mai visto dalla seconda guerra mondiale”.
Intere popolazioni che fuggono da guerre, persecuzioni, dallo sfruttamento e dalla povertà, con un tributo di vite umane pagato da decine di migliaia di persone innocenti.
A questo proposito, ha affermato monsignor Gallagher, “la Santa Sede, rivolge un appello urgente agli Stati per superare ogni forma di nazionalismo e soprattutto, di riconoscere l’unità della nostra famiglia e di avere fiducia nella persona umana”.
Per realizzare la famiglia umana globale la Santa Sede suggerisce quattro aree di riflessione che sono: “responsabilità dell’Onu alla sicurezza dei popoli e nazioni”, il “rispetto del diritto internazionale”, il “disarmo” e la “protezione dell’ambiente”.
A questo proposito l’esperienza di settant’anni delle Nazioni Unite ha ampiamente dimostrato che gravi violazioni della dignità umana da parte dei governi possono essere colmati e risolte pacificamente attraverso la denuncia e di persuasione da parte della società civile e governi stessi.
Il Rappresentante della Santa Sede ha ribadito la difesa e l’affermazione dello stato di diritto, ha respinto ogni azione di “guerra preventiva”, e denunciato i tentativi di ridisegnare intere aree geografiche e la distribuzione dei popoli con il pretesto di un principio di sicurezza. Evidenti e chiare anche le richieste per il disarmo e la difesa dell’ambiente.