“Nel perdonare, Dio non guarda il merito”

Celebrando all’Aquila la Perdonanza Celestiniana, il cardinale Stella cita papa Francesco e ricorda che “la misericordia è l’architrave che sorregge la Chiesa”

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È stata una sorta di anticipazione del Giubileo della Misericordia, la celebrazione della Perdonanza Celestiniana, presieduta ieri all’Aquila, dal Prefetto della Congregazione del Clero, il cardinale Beniamino Stella. Il rito prevede l’apertura della Porta Santa della basilica di Collemaggio che rimarrà aperta fino alle 19.30 di domani.

Citando la bolla Misericordiae vulnus, secondo cui “l’architrave che sorregge la vita della Chiesa è la misericordia”, il porporato ha ricordato anche che il “perdono” è “il canale attraverso cui l’amore di Dio inonda il cuore dell’umanità”.

Il perdono, ha spiegato ancora Stella, è un “atto relazionale” che prevede sia “la disponibilità a donarlo”, sia l’“umiltà di chiederlo e di lasciarsi amare”.

Proprio perché riguarda lo “scontro” e la “lotta contro il male”, l’esercizio del perdono è spesso un “difficile cammino”, il “punto di arrivo di un percorso di conversione, sia quando lo chiediamo a Dio, sia quando, nella comunità, lo Spirito Santo ci dà la grazia di concederlo”.

Il desiderio di essere perdonati dal Signore, ha proseguito il cardinale, richiede un “esercizio interiore, talvolta difficile e doloroso, ma sempre gratificante”, da cui “esce un cuore gioioso e consolato dalla misericordia del Padre, e, nel perdono concesso, uno spirito riconciliato e sereno”.

Il perdono è quindi una sorta di “ecologia spirituale”, con cui “si purifica l’ambiente umano inquinato dal peccato”: ciò richiama la “ecologia integrale” di cui papa Francesco parla nella sua ultima enciclica Laudato si’.

Ogni peccato è quasi come “una buca, più o meno ampia e profonda, che apriamo nel nostro mondo; più aumentano i peccati, nostri e altrui, più diventa difficile muoversi, sino quasi a trovarsi paralizzati”. Il perdono, al contrario, è “come la terra nuova, fresca e fertile, con cui Dio colma quei buchi, sino a cancellarli”.

Nel perdonare, Dio “non guarda il merito”, né “dona il suo amore e il perdono a chi lo ‘conquista’”: gli basta, piuttosto, “solo una stilla di pentimento, una parola detta col cuore”, come fa il buon ladrone, dinnanzi a Gesù crocefisso.

Il ladrone, “secondo i parametri umani, non meritava la salvezza”, eppure gli è sufficiente gridare a Cristo di ricordarsi di lui, quando entrerà nel suo Regno, per poter entrare “per la porta, spaziosa e accogliente, del perdono e della salvezza, che è Gesù stesso”.

Sarebbe una “follia” pensare che sulla croce Gesù faccia “la somma matematica delle buone e delle cattive azioni, come se il bene e il male avessero lo stesso valore”, ha commentato il cardinale Stella.

Dio vuole soltanto che “diventiamo capaci e sinceramente desiderosi di bene, per vivere quella vita buona secondo il Vangelo, che Gesù ha vissuto e ha donato a noi”. Quando il pentimento è “sincero”, il perdono di Dio “può cancellare anni di peccati accumulati”, ha ricordato Stella.

A tal proposito, il porporato ha esortato i sacerdoti a “tornare al confessionale” e a dedicare al ministero del perdono un “tempo abbondante”, sia per le proprie necessità spirituali, sia per quelle dei fedeli. In questo modo, il perdono potrebbe diventare la “forza che fa muovere il mondo”.

 

 

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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