Il muro di separazione tra Israele e Palestina nella Valle di Cremisan non piace ai cristiani. Mentre proseguono le manifestazioni di protesta contro la ripresa dei lavori, autorizzata dalla Corte Suprema, la contrarietà all’opera è stata espressa anche dal Custode della Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa.
Secondo il francescano è “inaccettabile”, l’elevazione di un muro in una “zona abitata prevalentemente da contadini cristiani”. Sebbene, qualche tempo fa la Corte Suprema avesse sospeso i lavori, con una sentenza successiva, li aveva sbloccati. “È una situazione di grande ambiguità legale, che influisce in maniera molto pesante sulla vita di tante famiglie”, ha commentato Pizzaballa, ai microfoni di Radio Vaticana.
La nuova situazione di isolamento, ha aggiunto il Custode, costringerà le 58 famiglie cristiane della Valle di Cremisan a trovare un “nuove forme di sostegno”, al di fuori del “lavoro ordinario”.
Le tante “espressioni di solidarietà” giunte alla comunità locale – tra cui quella della Conferenza Episcopale Statunitense – “non risolvono il problema” che è essenzialmente tutto sulle spalle dei cristiani della Terra Santa, sebbene, secondo Pizzaballa, “ormai sia tardi”. In ogni caso, ha aggiunto, “è importante che questa situazione sia resa nota a sempre più persone attraverso i mezzi di comunicazione”.
Il Custode della Terra Santa ha inoltre apprezzato la recente visita del Presidente israeliano Rivlin al patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal, in cui il capo dello stato “ha anche assicurato che Israele farà di tutto per impedire che la violenza interreligiosa si diffonda dappertutto nel Paese”.