Il riconoscimento come “chiesa” (e non come semplice “comunità ecclesiale”) e la reciproca ammissione alla mensa eucaristica sono due dei principali temi trattati nel suo intervento odierno al Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste a Torre Pellice (Torino), da monsignor Bruno Forte, presidente della Commissione Episcopale Italiana per il dialogo e l’ecumenismo.
“Si tratta di due questioni decisive, sulle quali anche da parte cattolica c’è la volontà di dialogare con apertura e con sincerità”, ha detto monsignor Forte, accennando anche alla richiesta di perdono pronunciata dal Papa nei confronti dei valdesi, lo scorso 22 giugno. “È nella verità che l’atteggiamento di accoglienza reciproca e di disponibilità alla riconciliazione potrà essere costruttivo ed evangelico”, ha dichiarato a tal proposito il presule.
Secondo Forte, il Pontefice “è andato oltre la questione della dichiarazione di ecclesialità, mostrando come essa sia subordinata alla primaria e decisiva partecipazione alla vita trinitaria”. Bergoglio aveva, cioè, individuato un legame tra le due chiese non basato “non è basato su criteri semplicemente umani, ma sulla radicale condivisione dell’esperienza fondante della vita cristiana”.
I cristiani delle diverse denominazioni vivono quindi una “diversità riconciliata”, ovvero sono “accomunati da una stessa origine, ma non sono identici tra di loro”, sebbene questa diversità non sia sempre stata accettata i cristiani hanno spesso finito “per farsi la guerra l’uno contro l’altro”. C’è quindi l’esigenza e la richiesta del perdono, ha sottolineato monsignor Forte, richiamandosi anche alle parole del moderatore della Tavola, il pastore Eugenio Bernardini.
Cattolici e valdesi vivono il medesimo impegno all’evangelizzazione e al “servizio all’umanità che soffre, ai poveri, agli ammalati, ai migranti” e le “differenze su importanti questioni antropologiche ed etiche” non devono impedire loro di “trovare forme di collaborazione in questi ed altri campi”, come ha ricordato il Papa.
Il riconoscimento, sul versante cattolico, della “successione apostolica del ministero ordinato come condizione della sacramentalità della Chiesa tutta” e, sul versante valdese, dell’“irrinunciabile primato riconosciuto alla Parola di Dio”, nulla toglierà al “patrimonio dei doni di Dio condivisi, dalla preghiera all’esercizio della carità, dalla Bibbia all’economia sacramentale fondata sul battesimo”, ha dichiarato monsignor Forte.
Occorrerà, comunque, “il coraggio di avanzare nella comune comprensione delle parole del Signore, in una crescita di comunione teologica e spirituale che esige reciproco ascolto e volontà comune di obbedienza al Dio vivente e alla Sua Parola”, ha aggiunto il presule, individuando poi una simmetria tra le parole del Pontefice e quelle dei principali relatori intervenuti al tavolo: il Paolo Ribet, pastore valdese a Torino, il moderatore Eugenio Bernardini, la presidente dell’Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia.