La conversione nostra è fonte di gioia. E’ gioia nostra e di Dio. E’ il momento in cui la Misericordia sposa la nostra miseria. Ecco perché c’è più gioia in Cielo per uno che si converte: avviene uno sposalizio.
E’ un fatto straordinario in cui si rivela l’amore vero. Si sposano il tradito e il traditore, il carbone con il fuoco, la fiammella con la cera.
Saro, l’amico che non era mai stato in chiesa, la volta che si è deciso, dopo la preghiera viene in sacristia e, sbigottito, mi dice: “sai cosa mi ha colpito di più nella messa che hai appena celebrato? Le parole: nella notte in cui fu tradito, Gesù prese il pane, lo spezzò e lo diede ai suoi dicendo: “questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi”.
Sono strabiliato perché Gesù ha fatto questo dono proprio “nella notte in cui fu tradito”. Mi pare di aver capito la grandezza, la genuinità e l’assurdità del vero amore. E’ proprio questo l’amore più grande: dare la vita non tanto e non solo per i propri amici, ma – ed è ciò che colpisce – “per i propri nemici”.
Mi pare che questo stesso amore l’abbia espresso Giovanni Paolo II rivolto al suo nemico: “…, tutto mi puoi togliere; ma non mi potrai togliere la libertà di amarti. Mentre mi togli la vita, mi dai la possibilità di donarla per te. Ecco perché “sposare il nemico” è un dono immenso, è l’amore più grande e più bello che tu dai e che ti è dato di donare”.
“C’è più gioia in cielo e fecero festa”… con i vestiti più sgargianti e col vitello più grasso, non solo perché è tornato a casa un figlio traditore, non solo perché ha ricominciato a rinsavire un delinquente, ma soprattutto perché è stata data la gioiosa opportunità a Dio-Papà di manifestarsi come Perdono, Gratuità, Amore.
Ciao da p. Andrea
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