Card. Onaiyekan: “Boko Haram vicino alla fine”

A 16 mesi dal sequestro di 200 studentesse, l’arcivescovo di Abuja sospetta che molte delle ragazze possano essere morte o suicidatesi ma vede un arretramento della formazione terroristica

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A un anno e quattro mesi dal rapimento delle 200 studentesse da parte dei miliziani di Boko Haram, non c’è ancora nessuna notizia delle giovani e se ne teme la morte o il suicidio. Ciononostante, secondo l’arcivescovo di Abuja, i terroristi sono vicini alla sconfitta.

In occasione del 500° giorno dal sequestro, avvenuto nello stato di Borno, che ha riservato momenti di sensibilizzazione e solidarietà per le Chibok Girls in tutto il paese, il cardinale arcivescovo di Abuja, John Olorunfemi Onaiyekan, ha confermato ai microfoni di Radio Vaticana che non vi è nessuna notizia delle ragazze, “anzi, abbiamo sempre paura che forse queste ragazze sono già morte, o che sono già sulla strada del suicidio”.

Secondo quanto riferito dal porporato, i terroristi terrebbero le studentesse separate dagli altri profughi che sono con loro, “perché conoscono il valore simbolico di queste Chibok Girls”, alcune delle quali potrebbero essere state costrette alla conversione forzata all’Islam o, addirittura, al reclutamento in Boko Haram.

C’è tuttavia un dato positivo, ha evidenziato il cardinale: “quasi tutto il territorio nigeriano che Boko Haram aveva conquistato, è stato liberato”, mentre “si dice che tutta l’organizzazione di Boko Haram sia stata smantellata”. La principale organizzazione terroristica islamica dell’Africa subsahariana potrebbe quindi essere vicina alla sua fine.

L’arcivescovo di Abuja ha quindi confermato la sua convinzione per la quale Boko Haram non rappresenta l’Islam e che la maggior parte dei musulmani nigeriani sono solidali con i cristiani perseguitati.

“La comunità musulmana nigeriana – ha commentato – ha finalmente accettato il fatto che i Boko Haram appartengono alla casa dell’islam e allora tocca alla comunità musulmana trovare il modo di non dare appoggio a queste persone, che sono terroristi, estremisti. Non sono tanti ma sono pericolosi”, ha poi concluso Onaiyekan.

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ZENIT Staff

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