Pope Francis hugs a child arriving in St. Peter's Square for his weekly General Audience

ANSA

“Riusciamo a pensare Dio come la carezza che ci tiene in vita?”

Durante l’Udienza Generale, papa Francesco esorta i genitori ad insegnare ai figli a pregare e a vivere il rapporto con Dio con tenerezza e affetto

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È in particolare in famiglia che si impara a pregare e non può esistere preghiera priva di amore e di affetto verso il Signore. Lo ha detto papa Francesco nella sua centesima Udienza Generale, tenuta stamattina in piazza San Pietro.

“Il lamento più frequente dei cristiani riguarda proprio il tempo: dovrei pregare di più…; vorrei farlo, ma spesso mi manca il tempo”, ha osservato il Santo Padre. Si tratta, ha detto, di un “dispiacere sincero” e chi lo prova, “non ha pace”, tuttavia la preghiera autentica richiede un “amore caldo” ed “affettivo” per Dio.

Non basta, secondo Francesco, “credere in Dio”, chiedere il Suo aiuto e ringraziarlo. “Tutto giusto – ha affermato -. Ma vogliamo anche un po’ di bene al Signore? Il pensiero di Dio ci commuove, ci stupisce, ci intenerisce?”.

Poiché le Scritture (cfr. Dt 6,5; Mt 22,37) prescrivono l’amore a Dio, lo “spirito della preghiera” risiede nel “linguaggio intensivo dell’amore”, ha proseguito il Papa. “Riusciamo a pensare Dio come la carezza che ci tiene in vita, prima della quale non c’è nulla? Una carezza dalla quale niente, neppure la morte, ci può distaccare? Oppure lo pensiamo soltanto come il grande Essere, l’Onnipotente che ha fatto ogni cosa, il Giudice che controlla ogni azione?”, ha domandato il Pontefice.

È tuttavia soltanto “quando Dio è l’affetto di tutti i nostri affetti”, che “il significato di queste parole diventa pieno. Allora ci sentiamo felici, e anche un po’ confusi, perché Lui ci pensa e soprattutto ci ama!”.

L’affetto per Dio dovrebbe essere qualcosa che “accende il fuoco” e lo spirito della preghiera qualcosa che “riscalda il tempo”, ha aggiunto il Santo Padre. “Un cuore abitato dall’affetto per Dio – ha detto – fa diventare preghiera anche un pensiero senza parole, o un’invocazione davanti a un’immagine sacra, o un bacio mandato verso la chiesa”.

A tal proposito Francesco ha indicato l’esempio delle mamme che “insegnano ai figli piccoli a mandare un bacio a Gesù o alla Madonna”, trasformando il cuore dei bambini in un “luogo di preghiera”.

La preghiera è “un dono dello Spirito Santo” ed è “in famiglia che si impara a chiederlo e apprezzarlo”, sebbene il “tempo della famiglia” sia “un tempo complicato e affollato, occupato e preoccupato” e ci siano “sempre tante cose da fare”.

A tal proposito, Bergoglio ha scherzato: “Chi ha una famiglia impara presto a risolvere un’equazione che neppure i grandi matematici sanno risolvere: dentro le ventiquattro ore ce ne fa stare il doppio! Così! Ci sono mamme e papà che potrebbero vincere il Nobel, per questo! In 24 ore fanno 48…”.

Lo spirito della preghiera, dunque, “riconsegna il tempo a Dio, esce dalla ossessione di una vita alla quale manca sempre il tempo, ritrova la pace delle cose necessarie, e scopre la gioia di doni inaspettati”, ha sottolineato il Papa, citando poi l’esempio di Marta e Maria (cfr Lc 10,38-42).

In quell’episodio evangelico, le due sorelle accolgono la visita di Gesù come una “festa”; Marta, in particolare, impara che “il lavoro dell’ospitalità, pur importante, non è tutto” e che la cosa “essenziale”, ovvero la “parte migliore” è proprio nell’ascolto di Gesù.

È proprio dall’ascolto di Gesù, dalla lettura del Vangelo e dalla “confidenza con la parola di Dio”, che nasce la preghiera. Pertanto il Santo Padre ha esortato ancora una volta a leggere il Vangelo e a meditarlo “recitando il Rosario”. In particolare “il Vangelo letto e meditato in famiglia è come un pane buono che nutre il cuore di tutti”.

Il Pontefice ha poi esortato a pregare in famiglia “alla mattina e alla sera, e quando ci mettiamo a tavola”. Ai genitori in particolare, ha raccomandato di insegnare ai figli a “fare il segno della Croce”, poiché ci sono molti bambini che non hanno ancora imparato a farlo.

 “Nella preghiera della famiglia, nei suoi momenti forti e nei suoi passaggi difficili, siamo affidati gli uni agli altri, perché ognuno di noi in famiglia sia custodito dall’amore di Dio”, ha poi concluso papa Francesco.

Per leggere il testo completo della catechesi si puö cliccare qui.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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