Grandi città, ambiente e mobilità sostenibile: è questo il tema scelto dal settore Ambiente del Meeting di Rimini. La mobilità nei grandi centri urbani da qui al 2050 è una priorità per tutti, istituzioni e imprese, per rendere l’ambiente vivibile e l’aria meno inquinata.
Questi i relatori dell’incontro presso la Sala Neri CONAI, a cui hanno preso parte insieme al ministro Gianluca Galletti, titolare del dicastero dell’Ambiente, Roberto De Santis presidente del Consorzio nazionale Conai, Michele Mario Elia, ad di Ferrovie dello Stato.
Ha moderato l’incontro Domenico Lombardi, direttore del Cigi (Centro internazionale di innovazione e governance) del Canada, che ha messo in luce alcuni dati: tre quarti della popolazione mondiale nei prossimi trent’anni risiederà in grandi centri urbani; 41 agglomerati di paesi emergenti in Africa e Asia avranno una popolazione di almeno dieci milioni di abitanti.
“Numeri enormi che devono farci ragionare – ha detto Lombardi – e indirizzare questi grandi agglomerati urbani verso una mobilità sostenibile con l’obiettivo di una riduzione sensibile nell’emissione di gas serra”. Secondo l’indagine, al primo posto, nella lista dei desideri degli italiani intervistati c’è il miglioramento del trasporto pubblico urbano (67%), seguito da più piste ciclabili (36%) e più parcheggi di scambio (28%).
Solo il 41% utilizza la tecnologia per informarsi sulla mobilità (app viabilità e parcheggi) dal proprio smartphone, anche se l’82% degli intervistati ritiene il servizio utile. Consultati sul carsharing (noleggio auto a tempo in città) il 76% dice di conoscere il servizio, il 64% lo ritiene utile.
“L’Italia è in prima linea, con gli altri partner europei, nell’impegno per ridurre le emissioni di CO2 – ha esordito il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti – con altri 28 paesi abbiamo raggiunto un accordo vincolante, dal punto di vista giuridico, con sanzioni pesanti per gli stati non allineati, orientato a una riduzione progressiva della quota di gas serra di almeno il 40 per cento”.
L’impegno dei paesi del vecchio continente è un apripista alla conferenza di Parigi, prevista a fine anno, dove altri 193 stati si incontreranno nel tentativo, non facile, di mettersi d’accordo nel ridurre l’emissione dei gas che provocano il surriscaldamento del pianeta. Galletti è ottimista: “Non dobbiamo vedere questa situazione come un’imposizione ma come una grande opportunità economica e sociale per le imprese e i cittadini”.
L’impegno è rivolto a tutti: “oggi – ha aggiunto il ministro – un terzo delle emissioni proviene dal settore industriale, le uguali restanti quote dai trasporti e dal riscaldamento nelle città, una quota inferiore dalla zootecnia. La prossima emanazione del dl Green Act prevede misure concrete per la salvaguardia ambientale con la collaborazione di tutti i ministeri e settori: dall’industria ai trasporti, dall’energia alla raccolta differenziata dei rifiuti”.
Proprio sulla raccolta differenziata si è focalizzato l’intervento di Roberto De Santis presidente del Consorzio nazionale Conai per il recupero e riciclo degli imballaggi. “La mission di Conai – evidenzia De Santis – è la corretta gestione, che si basa su prevenzione, recupero, riciclo di sei materiali da imballaggio: acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro”.
Nato sulla base del Decreto Ronchi del 1997, che ha recepito le direttive europee sul tema, il consorzio ha segnato il passaggio da un sistema di gestione basato sulla discarica a un sistema integrato.
“Nel 2014 l’immesso al consumo è cresciuto del 2,6% rispetto al 2013, attestandosi su 11,6 milioni di tonnellate. In crescita (+3,2%) il dato relativo al recupero complessivo di imballaggi, che si attesta al 78,3% dell’immesso al consumo. Il riciclo complessivo è stato del 68,3% (+3,3 rispetto all’anno precedente). In crescita, infine, la gestione dei rifiuti di imballaggio in convenzione Anci-Conai (+6,1% rispetto al 2012), per un totale di 3,6 milioni di tonnellate gestite direttamente da 7.300 i Comuni, serviti dalle convenzioni per oltre 57 milioni di cittadini, pari al 90% della popolazione”.
“Numeri importanti – incalza De Santis – che chiamano imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini ad un nuovo senso di responsabilità. Da un’indagine risulta che non tutte le regioni si comportano in maniera virtuosa l’impegno è ancora a due velocità con regioni del Centro-Nord più attive rispetto al resto del paese”.
Su altri settori primari, quali industria, mobilità e trasporti, energia qual è la situazione? Il ministro dell’ambiente ha affermato che “le imprese fuorilegge dal punto di vista ambientale con la nuova normativa incorrono in pesanti sanzioni, fino alla chiusura”.
Sul tema dei trasporti è intervenuto Michele Mario Elia, ad di Ferrovie dello Stato: “La politica di Fs punta su due obiettivi strategici, dotare il paese di un sistema all’avanguardia per la rete di alta velocità e riconvertire e migliorare radicalmente il trasposto locale”. Due i settori di intervento “uno di carattere tecnologico con investimenti di 16 miliardi di euro per la realizzazione di infrastrutture e servizi, l’altro attraverso l’acquisto di nuovi treni”. Il parco di convogli da rinnovare è considerevole: due-trecento quelli utilizzati per l’alta velocità, sette-ottomila per la rete locale.
“I convogli per l’alta velocità sono relativamente nuovi, quindi sulla rete ad alta velocità l’obiettivo è la realizzazione di importanti direttrici, Napoli-Bari e Catania-Palermo oltre all’immissione di Freccia Rossa sulle linee Roma-Venezia e Milano-Bari. Le maggiori energie sono concentrate proprio sul trasporto locale per l’incidenza che ha sulla mobilità e sulla vita dei cittadini, anche per essere in linea con il tema dell’incontro, la mobilità sostenibile. L’impegno è di sostituire l’intera flotta di trasporto locale, ma anche a trovare con le municipalizzate quelle giuste sinergie per raggiungere l’obiettivo di integrare i servizi con l’esistente. A fine luglio è stato raggiunto un accordo quadro per l’acquisto progressivo di 500 nuovi treni per un valore di 4 miliardi di euro”.
Sul tema energia è intervenuto Carlo Tamburi, manager di Enel Italia: “La sfida del futuro è nella mobilità elettrica. Enel in accordo con alcune municipalizzate, fra cui Firenze, Brindisi e altri comuni dell’Emilia Romagna installerà 150 colonnine destinate a ricaricare auto elettriche. Oggi la tecnologia consente di ricaricare vetture in 20 minuti in grado di percorrere fino a 300-400 chilometri, quindi in ambito non solo urbano. Oltre ad esigenze pubbliche – ha proseguit Tamburi – le auto e le moto elettriche, oggi a costo di acquisto più contenuto rispetto al passato, sono mezzi sostenibili e utili economicamente alle piccole imprese e alle famiglie. Un esempio è la progettazione attuata da Enel per Expo a Milano dove sono state realizzate infrastrutture elettriche a circuito chiuso gestibili da ogni padiglione con sale di controllo per la risoluzione di problemi in tempo reale, mentre per la mobilità all’interno dell’area fieristica abbiamo messo a disposizione auto ad alimentazione elettrica”.
L’incontro si è concluso presentando 15 punti per sviluppare la mobilità sostenibile:
1) Condividere un Piano Strategico Nazionale sulla Mobilità Urbana Sostenibile. Il piano, in accordo con gli altri livelli di governo, dovrà fornire uno schema di riferimento flessibile e non cogente in particolare per le misure di contenimento e disincentivo del traffico veicolare;
2) Semplificare le norme, integrare i processi. È necessario assicurare la piena armonizzazione delle politiche per la mobilità semplificando l’attuale ridondanza degli strumenti pianificatori, al fine di assicurare la mi
gliore efficienza degli interventi e la rapidità ed efficacia degli investimenti;
3) Programmare i Piani Urbani della Mobilità Sostenibile. Strumento indispensabile per le città con popolazione superiore ai 100 mila abitanti e per le Città metropolitane. Per tutte le altre Città, si impegnano a concordare modalità per la definizione e distribuzione di incentivi alla realizzazione di PUMS. In futuro il Governo si impegni a finanziare i Piani Urbani della Mobilità Sostenibile anziché opere;
4) Porre al centro le persone. Reimpostare la pianificazione e gestione dei processi mettendo al centro le persone e i luoghi e non le auto e il traffico, affinché si passi dall’offerta di mobilità alla domanda di mobilità che deve essere soddisfatta con modalità diverse privilegiando la pedonalità, il trasporto collettivo/pubblico, la mobilità ciclistica;
5) Integrare i sistemi di trasporto. Raggiungere una progressiva integrazione modale e vettoriale dei sistemi di trasporto: bus, tram, biciclette, pedonalità, soste;
6) Ampliare gli spazi per la mobilità dolce. Prevedere e individuare, all’interno del piano urbano della mobilità, zone a velocità limitata, isole ambientali, aree pedonali, ciclabilità diffusa;
7) Condividere l’esperienza. Promuovere la condivisone degli spazi pubblici e dei veicoli incentivando in particolare le nuove soluzioni di trasporto condiviso (shared mobility);
8) Incoraggiare la mobilità elettrica
9) Pianificare la distribuzione urbana delle merci. L’organizzazione dei flussi delle merci nelle aree urbane rappresenta uno degli elementi chiave per uno sviluppo sostenibile delle città ed è possibile migliorarla attraverso i modelli avanzati di city logistics basati su meccanismi premiali piuttosto che di divieto:
10) Abbattere ogni barriera. Ridurre progressivamente ogni barriera materiale e immateriale, allo spostamento per gli utenti a ridotta mobilità è e garantire che ogni scelta di trasporto favorisca il più possibile anche le persone con svantaggi di mobilità;
11) Investire nella mobilità. Riutilizzare gli introiti dei pedaggi per investimenti nella mobilità sostenibile;
12) Promuovere un fisco equo. Studiare ed estendere le applicazioni di tariffe a carico dei veicoli per un uso equo e corretto degli spazi pubblici;
13) Favorire lo sviluppo di politiche di mobility management a tutti i livelli. Promuovere la revisione e attualizzazione della figura del mobility manager. Promuovere l’introduzione del mobility manager d’istituto, per coinvolgere da subito le nuove generazioni. Misurazione dei benefici economici e sociali generati ai colleghi, all’azienda e al territorio;
14) Promuovere le nuove tecnologie. Incoraggiare la diffusione di sistemi di comunicazione digitale per sviluppare servizi di info mobilità, misurare i benefici sostenibili ottenuti, velocizzare la divulgazione delle buone pratiche anche attraverso i social network per gli utenti del trasporto pubblico, per gli automobilisti, gli operatori commerciali e la mobilità dolce;
15) Sensibilizzare l’opinione pubblica. Sollecitare il Governo a promuovere campagne di sensibilizzazione per favorire presso la collettività – iniziando dalle nuove generazioni – una corretta recezione di misure inevitabilmente “impopolari” ma indifferibili per la tutela della salute dei cittadini, per la vivibilità dei centri urbani e per lo sviluppo economico.