Joseph H. H. Weiler at The State of the Union 2013

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Cosa dice la vicenda di Abramo al mondo di oggi?

La presidente della Rai Monica Maggioni, il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione Julián Carrón e il presidente dell’European University Institute, Joseph Weiler, ne hanno discusso ieri al Meeting di Rimini

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Difficile e affascinante il tentativo di tre presidenti d’eccezione, la presidente della Rai, Monica Maggioni, il presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione Julián Carrón e il presidente dell’European University Institute, Joseph Weiler, nel provare a coniugare la vicenda di Abramo con il mondo di oggi.

Secondo Weiler che, è anche rabbino, “in Abramo sono tre le rivoluzioni che avvengono: la natura della conversazione tra Dio e l’uomo è alleanza tra due parti sovrane, dove il ‘vattene’ è una proposta, non un’obbedienza. La seconda è il sorgere dell’interiorità che scaturisce dalla relazione con Dio. Infine Abramo, nella reazione alla minaccia di Dio di distruggere Sodoma e Gomorra, scopre in sé il senso della giustizia. Se non è giusto non è Dio. Abramo osa di fronte a Dio e io mi immagino che Dio esulti dicendo: così l’ho fatto”.

Carrón ha osservato: “Mi stupisce l’essere umano che emerge nell’alleanza tra Dio e Abramo; è la consapevolezza dell’io che si afferma”.

E Monica Maggioni ha sollevato un problema: “La consapevolezza dell’io non è raggiunta una volta per tutte: tutti sappiamo che spesso l’io viene meno, è un’esperienza tanto dell’uomo della Mesopotamia quanto di quello attuale”.

Parlando dei giovani di oggi e cercando il nesso con la vicenda di Abramo, Weiler ha spiegato che nella sua esperienza di docente di diritto in diverse parti del mondo, la parola che ossessiona la maggior parte dei giovani è “diritti”, ed ha aggiunto: “Non esistono più le parole responsabilità e dovere”.

Ha quindi precisato: “Spesso pensiamo che la vicenda di Abramo vada bene per i devoti e non crediamo che sia necessaria a tutti gli uomini: in realtà porta alla luce tutta la capacità di responsabilità dell’uomo”.

In merito al sacrificio di Isacco che Dio chiede ad Abramo, Carrón ha osservato: “Mi domando che cosa può muovere una persona a prendere in considerazione una proposta così? Che cosa era accaduto tra Dio e Abramo? È lì l’inizio di una storia che progredisce”.

Nella sala stracolma di giovani sono state trasmesse le immagini della strage di Parigi dello scorso 7 gennaio e Carron ha commentato: “Certo, ce l’abbiamo in casa tutti: con i figli, con gli amici, con i nostri studenti. Abbiamo persone che arrivano da noi con diversi stili di vita, con diverse religioni, con loro vogliamo vivere insieme. La questione di Abramo è interessante perché ci propone lo stesso problema: c’è qualcosa in grado di ridestare il bisogno di compimento che abbiamo? Questa è l’emergenza educativa”.

A questo proposito Weiler ha sottolineato la ricchezza di cultura, di democrazia e di giustizia che possiamo offrire e Carrón ha ribadito:  “Come possiamo trasmettere in modo attraente questo tesoro, perché non sia distrutto tutto? Quello che abbiamo ricevuto dobbiamo riguadagnarcelo generazione dopo generazione per scoprire un bene e non ripartire sempre da capo”. 

La Presidente della Rai ha citato Benedetto XVI, laddove dice che “non bastano le buone strutture a redimere l’uomo”.

E Carrón ha affermato che “non occorre niente, occorre che accada. Come ci dice il Papa questo è il fascino del tempo presente, per la Chiesa si apre una strada affascinante come all’inizio: riconoscere la verità di sé attraverso l’esperienza della bellezza”.

L’incontro si è concluso con una citazione di don Luigi Giussani: “Ma noi cristiani crediamo ancora nella capacità della fede che abbiamo ricevuto di esercitare un’attrattiva su coloro che incontriamo e nel fascino vincente della sua bellezza disarmata?”.

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ZENIT Staff

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