“Prego per il vostro Paese in questa difficile situazione” e “sostengo gli sforzi che aiutano la nazione ucraina andare avanti in uno spirito di pace e di riunificazione”. Con queste parole, inviate in un messaggio al presidente Poroshenko, Papa Francesco ha voluto farsi vicino alla popolazione dell’Ucraina nel giorno del 24° anniversario dell’indipendenza. Nel testo, il Pontefice rinnova pure la “vicinanza spirituale alle vittime, alle loro famiglie e a tutti coloro che soffrono” e, affidando tutti a Dio, imparte la benedizione apostolica.
Già ieri il Santo Padre, al termine dell’Angelus aveva levato un appello per il paese dell’est Europa, in cui aveva detto: “Con profonda preoccupazione, seguo il conflitto in Ucraina orientale, nuovamente inaspritosi in queste ultime settimane. Rinnovo il mio accorato appello affinché siano rispettati gli impegni presi per giungere alla pacificazione e con l’aiuto delle organizzazioni e delle persone di buona volontà, si risponda all’emergenza umanitaria nel Paese. Il Signore conceda la pace all’amata terra ucraina, che si accinge a celebrare domani la festa nazionale. Interceda per noi la Vergine Maria!”
Secondo le cifre fornite dallo stesso Poroshenko nel suo discorso ufficiale per la ricorrenza, sono oltre 2mila i soldati rimasti uccisi nel conflitto nel Donbass contro i filorussi, 7mila invece i feriti. In totale si contano 6.800 dall’inizio delle ostilità, molti dei quali civili. Una situazione che pesa profondamente nel cuore degli ucraini, per cui le parole del Papa hanno rappresentanto un balsamo.
Lo conferma ai microfoni di Radio Vaticana, don Ivan Kulyk, parroco ai Santi Sergio e Bacco, la chiesa nazionale degli Ucraini a Roma: “Per noi è molto importante che il Papa abbia fatto questo appello per la pace in Ucraina”, dice il sacerdote, “credo che tutti gli ucraini che hanno sentito queste parole siano stati contenti perché il Papa, che è il capo della Chiesa, prega per l’Ucraina e ricorda nel suo cuore il popolo dell’Ucraina, ricorda questa difficile situazione che si sta vivendo in Ucraina”.
Riguardo alla emergenza umanitaria nel paese, don Kulyk racconta che “ci sono tante persone che hanno lasciato e devono lasciare la terra dove abitano perché quasi tutto è stato distrutto. Ci sono tanti bambini, donne e uomini che devono lasciare questa zona di conflitto. Questa gente, quando fugge, ha bisogno di una casa, di un’abitazione e questa è un’emergenza molto grande”.
L’augurio per questo giorno di festa è dunque il seguente: “Noi dobbiamo essere un popolo unito. Dobbiamo stare insieme soprattutto in questo momento difficile perché l’unità ci dà la forza. E volevo augurare che davvero possiamo sentire soprattutto nel nostro cuore questo grande dono dell’indipendenza, della libertà. Infatti, già da 24 anni il popolo dell’Ucraina è un popolo libero e questo è un grande dono del nostro Signore”.