Dall’Ucraina e dal Giappone due doni per il Papa: una tela con i colori della pace e un quadro dipinto da un lebbroso

14 bambine ucraine ortodosse presenti oggi all’Udienza generale, insieme a 200 giovani salesiani argentini e 250 studenti giapponesi. Durante i saluti, un pensiero alla Comunità di Taizé

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“Siamo ortodosse e incontrare oggi il Papa significa ritrovare la fiducia per un domani migliore, per una riconciliazione tra tutta la nostra gente”. A parlare sono 14 bambine ucraine che hanno conosciuto nel Donbas gli orrori della guerra, tanto che alcune di loro hanno perso genitori e familiari. Presenti all’Udienza generale di oggi, in Aula Paolo VI, hanno voluto mostrare a Francesco un quadro appositamente dipinto che ritrae un caratteristico paesaggio della loro terra, fissandolo in una bella giornata di sole e contrassegnandolo anche con le guglie tipiche delle loro chiese.

Le ragazze – informa L’Osservatore Romano – sono ospiti, fino al 28 agosto, dell’associazione di volontariato ‘I bambini visti dalla luna’, diretta da don Enrico d’Antonio, che ha sede a Casalincontranda, in provincia di Chieti, e sono state accolte da famiglie abruzzesi. “In 25 anni di collaborazione con la fondazione Pro Infantia di Černihiv abbiamo ospitato oltre quattromila ragazzi ucraini” dice il sacerdote, ricordando che questa iniziativa di solidarietà si mise in moto all’indomani del disastro nucleare di Černobyl. Ma sul ponte di solidarietà dall’Abruzzo verso l’Ucraina – ricorda – “passano di continuo anche medicinali e alimenti per bambini, insieme a materiale per l’ospedale oncologico di Kiev e per le scuole della regione di Černihiv, con numerose adozioni a distanza di piccoli di famiglie povere”.

Povere come i 200 giovani argentini impegnati in prima linea nelle opere salesiane, soprattutto in quegli oratori che sono l’unico punto di riferimento delle zone più abbandonate. Anch’essi presenti all’Udienza hanno incontrato Francesco, accompagnati da padre Guillermo Tanos, nel loro itinerario “sulle orme di san Giovanni Bosco” per partecipare all’incontro mondiale della gioventù salesiana a Torino e a Valdocco, dal 10 al 16 agosto, in occasione del bicentenario della nascita del Santo.

Il tema del raduno «Come don Bosco con i giovani e per i giovani» – spiegano i ragazzi argentini al quotidiano vaticano – ha offeto “l’opportunità di condividere, approfondire e guardare al futuro dell’esperienza pratica della nostra appartenenza salesiana». Sempre con «la logica dell’impegno di fare del bene ai propri compagni”. I giovani non nascondono che l’elezione di Francesco abbia portato “un’enorme boccata di ossigeno all’intera Chiesa in Argentina e quindi a ciascuno di noi: ci ha ridato ancora più slancio nel servire i più poveri, ci ha richiamato all’essenzialità della nostra fede e anche del nostro specifico carisma salesiano”.

Secondo padre Tanos, dal meeting in Piemonte come anche dall’abbraccio con il Papa, “viene fuori un unico e semplice messaggio: oggi come ieri don Bosco continua a essere un esempio di una fede accolta con gioia, vissuta in spirito di famiglia e condivisa con generosità nei cortili della vita”. Per questo, dice, “ritorniamo al nostro servizio di animatori e di educatori negli oratori dove sono accolti giovani poveri con la convinzione che è bello essere seguaci di Gesù aiutati da Maria: una bellezza che continuiamo a sentire oggi in don Bosco”.

Significativa, poi, anche l’esperienza che stanno vivendo in Italia 250 studenti giapponesi della Seibu Gakuem Bunri junior school di Saitama (Tokyo). Secondo un’ormai consolidata tradizione, la direzione dell’istituto scolastico ha voluto inserire, come punto forte nella formazione dei giovani, proprio l’incontro con il Papa a Roma. “Pur non essendo cattolici – spiegano i docenti – siamo consapevoli del grande ruolo che ha il Pontefice come leader spirituale e anche come promotore di iniziative concrete di dialogo tra le religioni e gli uomini di buona volontà per costruire la pace nel mondo”. E sempre dall’estremo Oriente un regalo particolare per il Papa: una tela dipinta da un lebbroso.

Numerose, come di consueto, le persone ammalate che il Papa ha voluto salutare personalmente. Tra loro, particolarmente toccante l’abbraccio a Leonor Sousa, una ragazza di 14 anni che soffre per un tumore al cervello. A loro, e anche ai giovani e agli sposi novelli, il Papa, durante i saluti finali, ha detto: “Oggi celebriamo la memoria liturgica di San Giovanni Eudes. La sua devozione ai Sacri Cuori di Gesù e di Maria insegni a voi, cari giovani, la necessità della loro intercessione nel cammino spirituale; incoraggi voi, cari ammalati, ad affrontare con fede i momenti di sofferenza e stimoli voi, cari sposi novelli, a educare con amore i figli che il Signore vorrà donarvi”.

Sempre durante i saluti, Francesco è tornato sul tema della catechesi e ha ricordato come “con il lavoro partecipiamo al disegno creatore di Dio di avere cura del mondo”. Chiedendo poi “di sostenere le famiglie nella loro vita quotidiana e nella loro missione” in questo “momento difficile della nostra storia”, il Papa ha pregato che il Signore “conceda loro di custodire fedelmente e coraggiosamente i valori fondamentali della creazione”.

Infine il Pontefice ha rivolto un pensiero particolare alla comunità di Taizé, per i 75 anni di vita che si celebrano domani. “Desidero rivolgere il mio saluto, accompagnato dalla preghiera, ai fratelli monaci nel ricordo dell’amato fondatore frère Roger Schutz, di cui proprio tre giorni fa abbiamo ricordato il decimo anniversario della morte. Buon cammino alla comunità di Taizé!”, ha detto. Un saluto anche alle Suore di Sant’Anna, le Associazioni e i gruppi parrocchiali. “La visita alle tombe degli Apostoli accresca in tutti il senso di appartenenza alla nostra famiglia che è la Chiesa”, ha concluso Bergoglio.

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ZENIT Staff

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