"La Chiesa ha bisogno della 'forza femminile' di Maria"

Il cardinale Bozanić, inviato papale al santuario di Sinj in Croazia, celebra la Messa per il terzo centenario della Madonna miracolosa

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Sono centinaia di migliaia ogni anno i pellegrini che, in occasione della solennità dell’Assunzione, si radunano a Sinj, nell’arcidiocesi di Spalato-Makarska (Croazia), nel locale santuario dove è custodita la Madonna miracolosa, che ha festeggiato nei giorni scorsi il terzo centenario alla presenza del cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria, inviato speciale del Papa per le celebrazioni.

Provenienti da Croazia, Bosnia ed Erzegovina, i fedeli vogliono rendere omaggio a questa tela che, nello stesso giorno di tre secoli fa, segnò la storia locale. Era la notte tra il 14 e il 15 agosto 1715, quando i militari turchi che da dieci giorni assediavano la città, pur avendo una schiacciante supremazia militare, si ritirarono e tornarono in Bosnia. Di fronte al pericolo turco, nella fortezza di Sinj i frati minori francescani avevano portato l’effigie mariana e, naturalmente, il popolo attribuì all’intercessione della madre di Dio l’insperata liberazione. Gli stessi militari si autotassarono per far realizzare la corona d’oro che oggi impreziosisce la venerata immagine. 

“Il legame e la devozione del popolo croato verso la madre di Dio – ha affermato infatti il card. Bozanić nella Messa del 15 agosto in piazza Franjo Tudjman – rimane il segnale che orienta il futuro di noi cristiani in Croazia, affinché non permettiamo che si separi la fede dagli eventi sociali e dall’impegno per il bene; affinché non ci vergogniamo di testimoniare la verità del cielo nelle difficoltà terrene; affinché non rinneghiamo Dio e non perdiamo la fiducia in lui”.

Di fronte a quel quadro nel quale – ha sottolineato il porporato – Maria “non tiene in braccio Gesù, ma con lo sguardo raggiunge, chiama e abbraccia noi, la Chiesa”, hanno pregato generazioni e generazioni di croati. “Qui a Sinj – ha aggiunto – si sente la lode alla femminilità che vive la pienezza della vita umana. Questa è la donna che con responsabilità sa accogliere le proprie forze, i doni e le possibilità, ma allo stesso tempo rimanere aperta alle ispirazioni di Dio e alla chiamata che è al di sopra delle conoscenze e capacità umane”. Questa,”è la femminilità che nel corso della storia si è manifestata nella forza e nella tenerezza, nella generosità della maternità o nell’accettazione della vocazione religiosa”. 

E nella società croata, ha rilevato il cardinale, c’è bisogno proprio “della forza femminile che vive nella tenerezza e nell’intuizione creativa; che difende la vita e manifesta la propria fede; che sa dire la verità in un modo che penetra nel profondo, senza rifiutare l’uomo; che riconosce il pericolo, ma non teme di affrontare qualsiasi forza distruttiva; che richiama sulle deviazioni senza rinunciare alla comunione; che conosce i congedi e le attese, non perdendo la speranza nella gioia del ritorno”. Il futuro del popolo croato, perciò – ha concluso Bozanić – non dipende non tanto dalle “ideologie che si basano solo su calcoli economici”, quanto “dall’apertura al dono della vita” e dalla “difesa della famiglia e della vita umana nella famiglia”. 

Prima della Messa dell’inviato papale – informa L’Osservatore Romano – quasi centomila pellegrini hanno partecipato per un’ora e mezzo alla processione che dal Santuario si è dipanata per le vie della città prima di giungere in piazza Franjo Tudjman, dove si è svolta la funzione.

 

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ZENIT Staff

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