Sii saggia, mesci il vino – breve è la vita – rinuncia a speranze lontane. Parliamo e fugge il tempo geloso: carpe diem, non pensare a domani.
Questa concezione della vita e del tempo, giustamente famosa, è legata ad Orazio e alla straordinaria efficacia con cui l’ha espressa.
Carpe Diem è scritto in grande all’ingresso d’una rinomata pizzeria vicino a casa mia. Le altre espressioni di Orazio sono seminate a bocconcini qua e là all’interno del ristorante.
Tu lo sai che per gli affari qualcuno venderebbe anche l’anima al diavolo… per cui si fa di tutto per distogliere l’attenzione del consumatore da riflessioni o considerazioni che lo aiutino a spendere o mangiare con moderazione.
Perfino la musichetta che ti accompagna lungo gli scaffali dei supermercati, sembra dirti… “carpe diem”…spendi, mangia, goditi la vita adesso, oggi… “del doman non c’è certezza”. Ingordigia pagana che ti rimpinza, ingolfa e appesantisce la vita.
Ho imparato a cogliere l’attimo presente, vivendo il “carpe diem” come me l’ha insegnato la sapienza del vangelo. Agganciato alla misericordia con cui Dio ti libera dal peso del passato, e proteso serenamente al futuro con la fiducia del bambino nel Papà, posso godere ogni momento presente, semplice o strabiliante che si presenti. Posso godere appieno il presente sapendo che “ogni respiro” mi arriva carico, abbondante, sovrabbondante di Dio. Il bambino è alleggerito da qualsiasi peso del passato e dall’ingordigia affannata del domani. Dio solo può saziare e alleggerire la vita.
Allora il “carpe diem” ha senso ed è liberante.
Ciao da p. Andrea
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