Flag of the Islamic State (IS)

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Orrore Isis in Egitto e Iraq. Offensiva Usa in Siria

Lo Stato islamico rivendica l’attentato a un mercato sciita di Baghdad e decapita, in Egitto, un cittadino croato. Iniziata intanto la missione degli F-16 Usa in Siria contro i jihadisti

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Si gioca tra la Siria e l’Iraq la battaglia che vede coinvolto lo Stato islamico. All’alba di questa mattina, nel mercato di Jamila a Sadr City, quartiere sciita di Baghdad, un’autobomba rivendicata dai terroristi islamici ha provocato oltre 70 morti, mentre gli Stati Uniti lanciano i primi attacchi con i caccia F-16 dalla Turchia contro le postazioni del Califfato.

Attraverso un comunicato pubblicato in rete, l’Isis ha annunciato di aver progettato l’attacco per colpire l’esercito iracheno e le milizie sciite. Nell’attentato sono rimaste ferite più di 200 persone. Proteste da parte dei cittadini di Baghdad, i quali accusano il Governo iracheno di essere “pienamente responsabile” per non aver protetto il mercato, schierando unità dell’esercito.

L’offensiva contro l’Isis giunge dai cieli di Siria. Gli Stati Uniti non hanno fornito alcun dettaglio sul numero e sul tipo di attacchi, e nemmeno su quanti F-16 stiano partecipando alla missione per colpire obiettivi dello Stato islamico. Il Pentagono riferisce di aver scelto come base di partenza di questa offensiva Incirlik, in Turchia, per via della sua vicinanza alle zone occupate dai jihadisti nel nord della Siria. Gli F-16 di base in Turchia sono complessivamente sei e sono arrivati nel paese da Aviano. I caccia sono equipaggiati con strumenti di sorveglianza e di riconoscimento, che possono essere usati per verificare le informazioni fornite da chi collabora con gli Stati Uniti in Siria e in Iraq.

Spostandosi dalla Siria e dall’Iraq all’Egitto, si registrano nuove efferate violenza da parte dell’Isis. Tomislav Salopek, cittadino croato che lavorava nel Paese nordafricano per una compagnia francese, è stato decapitato. Scaduto da giorni, infatti, l’ultimatum per il rilascio che gli islamisti avevano inviato al Cairo. Essi chiedevano, senza fornire ulteriori dettagli, la liberazione delle “donne musulmane rinchiuse nelle carceri”. Non è la prima volta che la sigla egiziana dell’Isis, denominata Stato del Sinai, uccide un occidentale. A dicembre 2014 era stata la volta dell’americano William Henderson, un esperto petrolifero. I jihadisti avevano rivendicato la sua uccisione pubblicando un messaggio corredato da alcuni suoi documenti d’identità.

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ZENIT Staff

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